Pontremoli. Presentato al pubblico il reperto che va ad arricchire il museo al Piagnaro
Verrà collocata, con ogni probabilità, di fronte alla “Testa Caprio” la testa di Statua Stele recentemente rinvenuta nei pressi del Monte Galletto e di cui abbiamo dato notizia nello scorso numero del giornale. “Concludere la visita al Museo con queste due teste bellissime, dalle caratteristiche similari, non può che affascinare i visitatori” sottolinea con trasporto il direttore del Museo delle Statue Stele, Angelo Ghiretti “ora stiamo concordando gli ultimi aggiustamenti con l’architetto Canali (colui che ha curato il nuovo allestimento del museo) ma quella potrebbe essere la sua collocazione”.
E l’entusiasmo che Ghiretti manifesta nell’illustrare la nuova potenziale collocazione, lo esprime anche nel raccontare questo straordinario ritrovamento, la prima Statua Stele rinvenuta a Pontremoli capoluogo (in precedenza c’era stato solo un ritrovamento nella frazione di S.Cristoforo di Gordana nel 1948), nonostante la città sia da decenni simbolo, anche grazie al Museo, dell’affascinante “popolo di pietra”.
Tra le più belle mai ritrovate
“Talmente bella che sembra un falso”, quella che era chiaramente una battuta, fatta dalla funzionaria di zona della Soprintendenza, Marta Colombo durante la presentazione ufficiale della Stele, mercoledì scorso nelle stanze del Teatro della Rosa, è invece diventata un tema molto discusso specie sul web.
Se c’era chi, con ironia, ricordava il famoso caso delle presunte teste di Modigliani, c’era anche chi si spingeva oltre manifestando tutta la sua perplessità sul reperto ritrovato al monte Galletto Timori respinti dal direttore Ghiretti “posso garantire che la Stele è autentica. Quando mi è stata portata questa testa perchè la esaminassi, non ho certo affermato con perentorietà che la testa fosse autentica ma ho cercato delle conferme. Come prima cosa mi sono informato sul luogo e sulla modalità del ritrovamento, aspetti che mi hanno convinto che esisteva la possibilità che il pezzo fosse assolutamente buono”.
Dopo di che anche l’esame diretto ha dato riscontri positivi “ho visto le usure lasciate dalla bocciardatura (lavorazione di lastre di pietra in modo da renderle ruvide) con ciottoli, usure ben difficili, se non impossibili, da riprodurre da dei copisti”. (r.s)
“Sono il primo ad essere enormemente sorpreso per la qualità di questo pezzo, per le sue caratteristiche con questi orecchini così ben definiti. Ma allo stesso tempo non sono affatto stupito dal luogo del ritrovamento, perchè da quando io sono a Pontremoli dicevo sempre al mio assistente di scavo, indicando il monte Galletto dal mio studio sul Castello, ‘lì ci saranno le Stele’ perchè ormai abbiamo compreso, dai ritrovamenti sempre più numerosi, che dove c’è un punto di passaggio forzato dove la gente era obbligata a transitare, (come a Pontevecchio sul Bardine, a Groppoli sul Geriola, Ponticello sul Caprio), lì venivano collocati gli allineamenti di Stele”.
E Ghiretti evidenzia come una situazione simile si trovasse anche nell’area del monte Galletto, come ipotizzato da uno studio di Manfredo Giuliani del 1955, “il guado antico, prima dell’anno mille, transitava dove oggi c’è l’oratorio di San Lazzaro e scollinava a monte Galletto. Dobbiamo quindi immaginare che esistesse, quasi cinquemila anni fa, un allineamento di statue-stele sul valico che rappresentavano un’area cerimoniale. Dove oggi tutti vanno a fotografare Pontremoli, per la sua magnifica vista, già da tempo immemore era un luogo strategico fondamentale”.
La statua stele recentemente rinvenuta sarebbe quindi rotolata dalla cima del monte per poi concludere la sua corsa nel campo sottostante: si tratta di un reperto dell’epoca del Rame, appartenente al gruppo B che presenta un volto femminile di quasi 5000 anni fa, con tanto di magnifici orecchini perfettamente conservati. Nel volto ad U si evidenziano gli occhi “a pastiglia”, come nella celebre testa della Verrucola o in quella da Caprio superiore.
La domanda successiva nasce spontanea, visto questo straordinario ritrovamento si pensa di effettuare degli scavi nella zona del monte Galletto? “La zona in questione è un’area molto vasta – sottolinea Ghiretti – e di conseguenza impedisce di fare delle ricerche mirate. E bisogna stare molto attenti, noi abbiamo un’idea approssimativa di dove fossero site le Stele ma se perforiamo il terreno con delle trivelle rischiamo di intercettare qualcuno di questi monumenti e danneggiarli per sempre. Bisognerebbe procedere con dei piccoli saggi nel terreno, magari con una ruspa di piccole dimensioni, per individuare il famoso “strato nero”, determinato dal dissolvimento delle sostanze organiche e che quindi indicherebbe la presenza dell’area cerimoniale. Se si trova questo strato lo si segue con forti possibilità di individuare nuove Stele”.
(Riccardo Sordi)