
Domenica 7 febbraio la Giornata Nazionale per la Vita, 43esima celebrazione

Certi settori della medicina passano dallo studio di cura della salute e di protezione dell’esistenza alla condizione di strumenti di morte, come se il dolore non avesse una propria dignità e la vita fosse da buttare, usare a proprio piacere o a decisioni di altri. La facilità con cui si fa violenza alla vita ci obbliga a pensare alla mentalità quasi dominante, che non è certo la vera cultura moderna, ma piuttosto una sua tragica caricatura. È la mentalità antistorica che progetta una società senza vecchi, senza bambini, senza persone fragili portatrici di handicap forse perché non in grado di produrre benessere.

Pretese e considerazioni prettamente disumane. I Vescovi non possono certo tacere. Essi parlano con premura e rispetto fraterno, mossi dalla carità della verità e proclamano la dignità di ogni persona perché la vita è un bene fondamentale, da poter essere compreso ed apprezzato da chiunque, anche alla luce della semplice ragione. In modo particolare i cristiani dovrebbero avere la chiarezza ed il coraggio della verità. La vita viene da Dio pertanto dovrebbe trovare sempre accoglienza e cura: dal concepimento all’ultimo respiro. Libertà, accoglienza e responsabilità sono i pilastri del messaggio voluto dalla Cei per la 43a Giornata per la vita sul tema “Libertà e vita”, binomio indivisibile con valore eterno.
I Vescovi italiani si interrogano sul senso della libertà, con riferimento diretto alla difficile e dolorosa esperienza del Covid 19. La pandemia ci ha costretti alla solitudine parentale, sociale, relazionale relegando le nostre giornate chiuse fra vincoli e divieti. Abbiamo visto da vicino il volto della sofferenza e ci siamo resi conto che serve l’impegno e la partecipazione di tutti. Quanta vita donata per arginare l’emergenza!
I Vescovi italiani si interrogano sul senso della libertà, con riferimento diretto alla difficile e dolorosa esperienza del Covid 19. La pandemia ci ha costretti alla solitudine parentale, sociale, relazionale relegando le nostre giornate chiuse fra vincoli e divieti. Abbiamo visto da vicino il volto della sofferenza e ci siamo resi conto che serve l’impegno e la partecipazione di tutti. Quanta vita donata per arginare l’emergenza!
Ma qual è il senso profondo della libertà? Dio ci lascia liberi e noi, in tale stato, possiamo costruire cose meravigliose o distruggere. Una cultura basata sui diritti individuali assolutizzati ci rende ciechi di fronte alle necessità dei fratelli, deforma la realtà, generando sterili e pericolosi egoismi.
Papa Francesco sottolinea che l’amore è la vera libertà in quanto allontana dal possesso, ci spinge ad accogliere l’altro e a valorizzare le differenze. Del resto senza la tutela della vita non avremo la possibilità di lasciare tracce di bellezza in questo mondo, migliorando l’esistenza del Pianeta, sinonimo di progresso e di civiltà. Solo considerando le persone come fine ultimo potremo rigenerare ogni orizzonte. Da quello antropologico a quello socio, politico, culturale; da quello educativo a quello mediale.
La ricorrenza annuale della Giornata per la Vita costituisce prezioso appuntamento per interiorizzare l’essenza della parola “libertà”, riconoscendo che essa è dono e strumento per il bene proprio ed altrui. Come non pensare ai genitori adottivi e affidatari? In totale libertà, supportati dall’amore, dal rispetto, dalla carità si chinano sull’infanzia abbandonata capaci di cambiare storie di squallore e di dolore in tenerezza e cure costanti, ridando dignità filiale a tante vite lasciate ai bordi di… periferia, come recita un brano di Ramazzotti. Ciascuno di noi, indipendentemente dal credo religioso o politico, è tenuto, in quanto cittadino, a mettere in atto vere e proprie strategie di servizio alla vita e alla famiglia, con leggi ed iniziative ad hoc. Si tratta di una missione profetica. Garanzia di Pace.
La ricorrenza annuale della Giornata per la Vita costituisce prezioso appuntamento per interiorizzare l’essenza della parola “libertà”, riconoscendo che essa è dono e strumento per il bene proprio ed altrui. Come non pensare ai genitori adottivi e affidatari? In totale libertà, supportati dall’amore, dal rispetto, dalla carità si chinano sull’infanzia abbandonata capaci di cambiare storie di squallore e di dolore in tenerezza e cure costanti, ridando dignità filiale a tante vite lasciate ai bordi di… periferia, come recita un brano di Ramazzotti. Ciascuno di noi, indipendentemente dal credo religioso o politico, è tenuto, in quanto cittadino, a mettere in atto vere e proprie strategie di servizio alla vita e alla famiglia, con leggi ed iniziative ad hoc. Si tratta di una missione profetica. Garanzia di Pace.
Ivana Fornesi