
In una assemblea il personale ha respinto la proposta di riduzione delle retribuzioni avanzata dall’ente

è giunta ad un punto cruciale la vertenza che vede contrapposti la Fondazione Galli Bonaventuri, che gestisce l’omonima Rsa ubicata nell’ex edificio dell’Istituto Leone XIII, e le 25 dipendenti tra infermiere, cuoche e impiegate. Tutto ha avuto origine dalla proposta avanzata dal direttore, Pietro Mascagna, a nome del cda della Fondazione, di una riduzione della retribuzione delle dipendenti quantificabile in 250 euro al mese per un periodo di 2 anni. La richiesta è motivata dall’ente con la crisi innescata dalla pandemia ancora in atto, che ha colpito duramente gli ospiti della struttura nella prima ondata e, al momento attuale, sta causando una riduzione di 1/3 del fatturato (con gli ospiti calati da 45 a 18, più 11 nella Casa per ferie, attuali). Il direttore, da noi interpellato, precisa innanzitutto la corretta natura della Fondazione: privata (quindi non di proprietà della diocesi), senza scopo di lucro, amministrata da un consiglio di amministrazione che comprende un presidente (fin dalla fondazione dell’istituto fu stabilito essere il vescovo pro-tempore), un tesoriere, un direttore e altri 5 consiglieri; nessuno di questi incarichi è retribuito in alcun modo. A fine 2019, ricostruisce Mascagna, la Fondazione ha deciso di ristrutturare la parte di edificio occupata dalla Casa per ferie S. Anna per estendere a 39 i posti disponibili nella Rsa (attualmente limitati a 18/20). La copertura delle spese era stata prevista in maggior parte con un muto di circa 700mila euro, il resto con risorse proprie. I lavori avrebbero dovuto iniziare a fine marzo 2020 e terminare in 5 mesi, ma tutta la tempistica è stata sconvolta dalla pandemia. Nello scorso mese di novembre il cda ha confermato il progetto e ridefinito l’inizio dei lavori a febbraio. Per permettere l’intervento, gli attuali ospiti del S. Anna saranno trasferiti al piano terra della sede storica di via dei Mille, adeguatamente risistemata.

Su questa situazione di fondo, afferma il direttore, si innesca la crisi provocata dal calo del fatturato già ricordato. L’ente perde attorno ai 30mila euro al mese; fino ad ora è riuscito ad onorare le retribuzioni delle dipendenti e a pagare i fornitori ma una tale situazione – questa la valutazione del cda – non può più essere sostenuta. Da qui il “sacrificio” proposto al personale. Il consiglio di amministrazione tenutosi lunedì 11 ha deciso di formulare una proposta dettagliata riguardante la riorganizzazione delle retribuzioni e dei servizi da presentare alle dipendenti, ribadendo la volontà di non far giungere a conclusione una istituzione attiva dalla metà del XIX secolo. Al momento, l’intenzione espressa dalla fondazione ha trovato una netta opposizione da parte del personale. Dopo le prime dichiarazioni a mezzo stampa, ad opera delle dipendenti e del sindacato Cgil, che rappresenta la maggior parte di esse, venerdì 8 si è tenuta una assemblea sindacale nella sede Cgil di Pontremoli al termine della quale è stato reso noto un comunicato che ha definito in modo chiaro la posizione di quella parte. Si inizia rendendo conto della proposta dell’ente per un accordo con il quale si chiede alle interessate di “ridurre gli stipendi individuali di ciascuna dipendente per un importo di 250 euro mensili per 24 mesi”; l’alternativa è la “minaccia di chiusura della struttura”. Decisa la presa di posizione dell’assemblea che “rigetta nettamente la proposta della Fondazione Galli Bonaventuri” e sceglie di “andare fino in fondo” per conservare i diritti. “Indignazione” e “delusione” sono espressi nei confronti della Direzione e della Presidenza per le “esternazioni a mezzo stampa”. Il comunicato si conclude con il mandato alla Cgil Fp a “rinnovare richiesta al Cda di un incontro, già inviata a Sua Eccellenza senza al momento risposta”, indire lo stato di agitazione del personale e coinvolgere le istituzioni – prefetto e sindaco – “per trovare una mediazione urgente”. Tali posizioni ci sono state confermate da Alessio Menconi, segretario Funzione pubblica Cgil, che ha ribadito il turbamento e la preoccupazione del personale e la volontà di arrivare ad un incontro con il cda. a.r.