
Intervista al presidente Aldi, Paolo Bestazzoni, che sta portando a termine l’importante progetto

Ora si può dire: l’Associazione lunigianese disabili (Aldi) ha “un tetto sopra la testa”, un luogo fisico nel quale poter dare corpo a quel progetto “Dopo di noi” di cui abbiamo scritto più volte, seguendone il passaggio da idea a realtà. Da qualche settimana, infatti, dopo la posa in opera della struttura nel suo insieme, è stato portato a termine il primo piano della casa (la vera e propria futura “abitazione”), completo di impiantistica e in attesa dell’arredamento; il secondo piano è allo stato di grezzo avanzato. L’ascensore sarà realizzato con un contributo già assegnato dal Gal. È con manifesta soddisfazione che il presidente dell’associazione, Paolo Bestazzoni, ci illustra la situazione, ripercorrendo la breve ma intensa storia di questa iniziativa. A trasformare questa idea di solidarietà speciale in fatto concreto hanno contribuito due momenti in particolare. Per primo il bando dell’Unione di Comuni Lunigiana nell’ambito del bilancio partecipato che portò, nel 2013, ad un referendum popolare che diede la preferenza al progetto dell’Aldi, assicurando un finanziamento di 250mila euro (150mila già conferiti). L’altro punto è stata la legge “Dopo di noi” del 2016, seguita nel 2018 dal regolamento in materia emesso dalla Regione Toscana; alle prescrizioni contenute nei due provvedimenti il progetto stesso si è riferito per la stesura definitiva. In breve: struttura abitativa situata nell’ambito di centri abitati; massimo 5 ospiti; camere a un posto, massimo due e non oltre; spazi polifunzionali (saranno al secondo piano); postazione di riposo per operatore.

L’idea è quella di una convivenza di tipo familiare, con persone che hanno una vita anche al di fuori della casa. La necessità di realizzare un edificio secondo i criteri della sostenibilità, ad alta efficienza energetica e bassi costi di manutenzione, ha orientato l’Associazione a rivolgersi alla ditta Rubner di Chienes (BZ), una azienda leader nella costruzione di abitazioni in legno e sughero, ecosostenibili e sicure dal punto di vista antisismico e antincendio. La stessa ha devoluto un contributo di 30mila euro al progetto. Altri contributi significativi sono giunti dalla Fondazione Carispezia (80mila euro), dalla Fondazione Paletti Ricci (50mila euro), da offerte provenienti da associazioni, aziende e privati della società civile locale (oltre 35mila euro). Da ricordare anche la donazione del terreno, nella selva di Filetto, da parte della famiglia Verieri. Infine, una iniziativa recente: il calendario 2021. Un’idea proposta da Lunigiana Word e che ha coinvolto nella realizzazione anche la cooperativa Sigeric e l’associazione Farfalle in cammino di Pontremoli. La vendita ha superato le mille copie (che hanno già fruttato 6mila euro di contributo) e sta continuando bene. Tutta la parte tecnica è stata svolta da liberi professionisti locali che si sono prestati gratuitamente: architetto Cibei, ingegnere Cerutti, geologo Borzacca , impianti Matellini e Albericci, geometri Ambrosiani e Sisti, architetto Vallini. Resta da completare (si spera entro luglio) la parte esterna: giardino, con piccolo orto, e recinzione, oltre alla zona uffici e riunioni del secondo piano. Si prevede una spesa residua di circa 100mila euro. Impossibile al momento, anche a causa della pandemia in atto, fare una previsione sull’avvio vero e proprio del progetto. Potranno esser ospitate 5 persone anche con disabilità grave ma non allettate, con buona autonomia e la possibilità che le stesse possano svolgere attività al di fuori della casa. Si dovrà quindi procedere all’individuazione degli ospiti, in collaborazione con famiglie (che dovranno essere adeguatamente informate e preparate) e servizi sociali. Prima, però dovrà essere costituita una fondazione di tipo associativo alla quale dovrà far capo la gestione, ancora da definire nei dettagli. All’obiezione che 5 persone sono una goccia nel mare, Bestazzoni risponde che è vero, ma la speranza è che questo sia solo un inizio per altri progetti che non dovranno necessariamente partire da zero con la costruzione degli edifici, ma utilizzare strutture già esistenti e adeguatamente ristrutturate. a.r.