
Intervista al sindaco di Bagnone, Carletto Marconi, che sottolinea l’impegno per valorizzare il capoluogo e le frazioni con lavori da complessivi 4 milioni di euro

Abbiamo riportato, anche sulle pagine del nostro settimanale, l’elenco piuttosto nutrito dei lavori, in parte già decollati, altri ai nastri di partenza, per quanto concerne il territorio bagnonese. Lavori variegati che riguardano sia il capoluogo che le frazioni che mai dovrebbero essere dimenticate. Anche perché, ormai, quasi totalmente spopolate ed abitate da persone anziane, spesso sole, che hanno maggiormente bisogno dei servizi essenziali. Per saperne di più, riguardo alla mole dei lavori che raggiunge una cifra elevata di denaro pubblico, circa 4 milioni di euro, abbiamo contattato il sindaco Carletto Marconi.
Sindaco le frazioni bagnonesi tornano al centro dell’attenzione della “sua” Amministrazione con progetti ad hoc ed agganci all’Appennino tosco-emiliano?
L’Appennino tosco-emiliano è, dalla notte dei tempi, formidabile cerniera fra Toschi e Padani. Rimane più che mai oggi, punto di incontro di civiltà, tradizioni, sapori eterogenei. Una grande palestra a cielo aperto che offre possibilità di far ripartire l’economia dei Comuni, come appunto quello di Bagnone, che hanno scelto di farne parte. Ripristinare, ad esempio, la viabilità dalla frazione più alta del territorio, ossia Compione, per raggiungere i Tornini offre la possibilità di ritrovarsi in un posto meraviglioso che spazia fra la Lunigiana e la provincia di Parma, in particolare sui luoghi battuti e vissuti largamente in passato dai nostri pastori che ci hanno tramandato i valori delle nostre radici agresti-pastorali.

Proprio a proposito di pastori, quindi, di transumanza, anche le vetuste malghe verranno risistemate?
In fase di completamento il bivacco “Fagianelli”, (i famosi “fagianei” per i vichesi) situato non lontano da Vico Valle dove cascatelle, torrenti dalle acque cristalline che formano laghetti pittoreschi diventeranno percorsi privilegiati da residenti e turisti che prediligono il silenzio “parlato” dei boschi, le camminate rilassanti fra le bellezze naturali di scorci incontaminati.
Non crede, sindaco, che il Covid 19 influirà ancora negativamente, per parecchio, sul ritorno del turismo?
Viviamo sulla nostra pelle la pesantezza del momento storico senza precedenti e della crisi economica ad ogni livello. Ma tutto ciò non deve frenare, soprattutto, in chi ha responsabilità socio-politiche, la determinazione di tradurre i “codici” di un presente ed un futuro all’insegna della concreta speranza della ripresa. Tornare a bordo della nave Italia, anche da parte dei piccoli comuni, è un dovere che dobbiamo non eludere. L’ansia, la tensione, l’incertezza non devono avere il sopravvento. Proprio per questo la nostra attenzione è vigile, lungi dall’abbassare la guardia per ridare una boccata d’ossigeno pure ai borghi più esigui. Rilanciare le aree periferiche, catalogate come marginali, dando loro possibilità di competizione, è una sfida che vogliamo affrontare con ottimismo.

In preparazione la mappa riportante le aziende agricole del luogo. Sappiamo che lei, come primo cittadino, si è speso per sostenerle e per far conoscere un’enogastronomia di qualità. Ci sarà, per queste realtà, un considerevole decollo?
Mi piace lo slogan “Dal campo alla tavola”. E proprio perché non rimangano solo parole, tutte le aziende lunigianesi di prodotti enogastronomici, comprese quelle bagnonesi, hanno goduto di supporti nella consapevolezza che l’agricoltura, di conseguenza, l’alimentazione sono la filiera della vita. Certo il lockdown ha messo a dura prova i bilanci, con la preoccupazione costante e le ansie della ripartenza. Volontà, impegno, sacrifico, innovazione e speranza sono parole chiave del futuro. I proprietari delle nostre aziende sono persone meravigliose che non si arrendono continuando a “sfornare” prodotti genuini di alta qualità di cui andiamo fieri ed orgogliosi. Vera patente per il decollo dell’enogastronomia locale. Insomma, in prossimità delle feste natalizie, perché non regalarci, e regalare, cesti di leccornie locali che vanno dalla farina dolce alla marmellata, al miele. Dalle cipolle di Treschietto ai fagioli di Bigliolo passando per i gustosissimi vasetti di sottolio e sottaceto. Innaffiati, ovviamente, da buoni vini locali. Ed allora, nonostante il rispetto delle norme dettate dal Dpcm riguardante le feste più attese dell’anno, il pranzo natalizio avrà almeno il “profumo” di casa nostra!
Ivana Fornesi