
Una conferenza di Andrea Fusani ne ha ricordato la figura

Nel tardo pomeriggio di giovedì 3 dicembre, in streaming, il ricercatore di Carrara Andrea Fusani (Borsista Dottorale del dipartimento di Eccellenza di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa) ha illustrato un progetto monografico dedicato allo scultore Giovanni Antonio Cybei (Carrara 1706-1784), grande artista di formazione toscana e romana che percorse una lunga carriera lavorando per l’alta committenza italiana e per le corti di Europa e di Russia. Si trattava del secondo appuntamento con i “Giovedì del Carmi”, organizzati dal Comune di Carrara e curati da Marco Ciampolini (direttore del Carmi – Museo Carrara e Michelangelo a Villa Fabbricotti).
Come ha sottolineato Marco Ciampolini in apertura: “Cybei, scultore famosissimo al suo tempo, del quale oggi si sente parlare poco, è stato il primo Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Carrara”, che nel 2019 ha celebrato il 250° anniversario della nascita, essendo stata fondata il 26 settembre 1769. Andrea Fusani studia Cybei da oltre vent’anni ovvero fin dai tempi della tesi di laurea. Nel 2018 ha iniziato a lavorare alla sua monografia grazie a Gerardo De Simone (Accademia delle Belle Arti di Carrara), curatore di una mostra sull’artista che doveva essere aperta nel 2020 ma, causa pandemia, è stata rinviata al prossimo anno. La monografia di Fusani dovrebbe uscire per la casa editrice romana “L’Erma di Bretschneider” per affiancarsi alle pregevoli pubblicazioni di Cristiano Giometti (sullo scultore carrarese Domenico Guidi (1625-1701)) e di Francesco Freddolini (sullo scultore carrarese Giovanni Baratta (1670-1747)) andando a costituire una trilogia di tutto rispetto. Non si può dimenticare che Carrara nel Settecento era la fucina più importante della scultura lapidea d’Europa.
Grazie a Fusani abbiamo un quadro aggiornato su vita e opere dello straordinario scultore e abate carrarese di origini giudaiche (il padre Carlo Antonio, morto quando lui aveva 4 anni, era un mercante di pannine e il suo nome ebraico era Lelio Blanes, figlio di Salomone). Fino ad oggi, infatti, le conoscenze sull’artista si basavano su quanto scritto e tramandato dall’erudito Girolamo Tiraboschi (1731 – 1794), Direttore della Biblioteca Estense dal 1770, che aveva conosciuto Cybei a Modena nel 1774.

La grande revisione parte dalla riscoperta di un “Promemoria” rinvenuto nell’Archivio di Stato di Modena (che Fusani pubblicò sulla rivista “Commentari d’arte” nel 1999) fatto redigere dallo stesso Cybei nel 1777, che ripercorre la sua carriera artistica. Da qui la volontà di ricercare tra tante carte d’archivio documenti in grado di riportare alla luce un artista famoso in vita ed ignorato dalla critica un po’ perché, tra altri, Leopoldo Cicognara alimentò il mito di Canova, un po’ perché le tre monumentali opere del Cybei sono scomparse: il monumento equestre a Francesco III a Modena, distrutto nel 1796; il monumento a Maria Teresa d’Este a Carrara, distrutto nel 1814; la statua di Caterina II inviata in Russia, irrimediabilmente perduta nel 1917. Nonostante ciò il catalogo delle opere è ricco: tante sono conservate in Italia, altre in Europa (Polonia, Estonia, Russia, Inghilterra, Germania, sud della Francia …) e una negli Stati Uniti.
A due passi da noi possiamo ammirare sue sculture nella Cattedrale di Sarzana, a Santo Stefano Magra e a Carrara. Fusani nella conferenza ha toccato quattro punti focali, ovvero i rapporti con i “maestri” (la famiglia degli scultori Carusi, che lo condurranno allo studio dell’abile Conte Giovanni Baratta, cugino della madre, e successivamente l’esperienza romana con Agostino Cornacchini), con i “mercanti” (Antonio Del Medico, esponente principale della famiglia di mercanti di marmi greci di Carrara e gli amburghesi e nordici stabilitisi nel porto di Livorno), con le “corti europee” (l’incontro con i committenti russi e l’ammiraglio Aleksej Orlov) e con l’ “Accademia” (che diresse dal 1769 fino al 1784).
Ha illustrato diverse opere inedite napoletane e ha dissertato pure del Cybei pittore nello studio di Corrado Giaquinto. Ha proposto inoltre i busti ritratti, il genere in cui l’eccellenza dello scultore fu maggiormente riconosciuta. Ricorderemo, per esempio, quelli in marmo degli storici Ludovico Antonio Muratori (1672-1750) e Carlo Sigonio (1520-1584), esposti nel 2019 alla Galleria Estense nella mostra “Un grande scultore per Modena”.
Non resta che aspettare il prossimo anno, sperando, covid permettendo, di poter apprezzare mostra e monografia.
Marco Angella