
Mentre a Fivizzano arrivano i primi riposizionamenti dopo il successo di Italia Viva
Lasciando ad una successiva analisi la situazione di Pontremoli, chiamata al voto comunale la prossima primavera, e di Villafranca – delle cui elezioni comunali parliamo qui – le prime conseguenze del dopo voto nel territorio apuano si sono registrate a Fivizzano, dove l’assessore all’Urbanistica Diego Serafini e la presidente del consiglio comunale Jessica Fabiani, pur dichiarando fedeltà alla maggioranza che sostiene il sindaco Giannetti, hanno annunciato il passaggio ad Italia Viva, che, trainata dal successo personale di Alice Rossetti (1.540 voti, di cui 505 nel comune), rivendica il suo essere stata determinante per la vittoria di Giani a Fivizzano. Sarà interessante osservare se la costituzione del gruppo consigliare di Renzi (e di Cosimo Ferri, leader del partito in Lunigiana) determinerà fibrillazioni nel comune che ha in Loris Rossetti, padre di Alice, un protagonista della vita politica degli ultimi anni. Situazioni ancor più rilevanti sono quelle di Aulla e Carrara, avviate al voto amministrativo nella primavera 2022. Ad Aulla il centrosinistra si è fermato al 38,8%, contro il 50,7% della destra: un campanello d’allarme per la giunta Valettini, che sembra alle prese con un crescente malcontento popolare. La vicenda legata alla ricostruzione non ancora partita del ponte della Bettola, i problemi viabilistici, lo stato del centro sportivo di Quercia e della nuova stazione, gli strascichi della vicenda Costa ad Albiano, ma anche la palese crisi di attrattività sociale e commerciale di un capoluogo afflitto pure da problemi di sicurezza, hanno giocato un ruolo importante nel voto regionale. I riverberi di tutto ciò sulla stabilità della giunta dipenderanno anche dall’intricato gioco delle alleanze tra i maggiorenti della politica aullese. A Carrara, infine, sono i 5 Stelle, che guidano il comune con il sindaco De Pasquale, a pagare a caro prezzo il voto regionale. Le dinamiche nazionali del Movimento sembrano contare poco. Nella città del marmo la tornata elettorale ha messo a nudo la crisi di consenso attorno ai grillini che solo 3 anni fa ottenevano il sindaco a spese di un centrosinistra dilaniato da fratture interne non ancora rimarginate. A emergere dal naufragio grillino è Roberta Crudeli, capogruppo PD in consiglio comunale, capace nel suo comune di ottenere 200 preferenze in più del recordman Bugliani e di collocarsi, con 5 mila voti personali, come prima dei non eletti della lista. Sebbene a Carrara Ceccardi abbia complessivamente superato Giani, in vista delle prossime comunali, in una città storicamente “rossa” e repubblicana, tutti si attendono la riscossa del centrosinistra e Crudeli potrebbe essere la persona che può guidare la coalizione, salvo il suo ingresso in consiglio regionale se davvero Bugliani diventerà assessore. In tal caso nuovi scenari potrebbero aprirsi.
(Davide Tondani)
Le elezioni incoronano il sindaco di Tresana e il consigliere regionale massese protagonisti della vita politica locale
Le urne sanciscono l’ascesa di Mastrini e Bugliani

Mentre a livello regionale si procede verso l’inizio della nuova consigliatura, a livello locale il voto del 20 settembre non potrà non sortire effetti sugli equilibri interni ai partiti o alle coalizioni che reggono le varie amministrazioni locali.
Uno dei protagonisti assoluti del voto regionale è stato il sindaco di Tresana Matteo Mastrini, di Forza Italia. Con 4.817 preferenze su 8.199 voti ricevuti in provincia dal suo partito si è mostrato l’autentico trascinatore della lista. Mastrini si è reso noto non tanto per i suoi risultati amministrativi in un comune assai piccolo, ma per l’avere sollevato temi concreti: sanità, Gaia, trasporto pubblico locale, seppur senza avere mai dato l’impressione di avere soluzioni per i problemi sollevati. L’appartenenza alla corrente politica di Jacopo Ferri ha fatto il resto, ed ora il sindaco tresanese diventa uno degli uomini forti non solo di Forza Italia, ma dell’intera destra lunigianese.

I risultati delle urne, del resto, mostrano che l’indiscutibile successo di Lega e Fratelli d’Italia sia più legato ad un voto di opinione che all’appeal dei loro candidati: la leghista aullese Federica Fumanti, per esempio, ha registrato 1.709 preferenze nonostante la Lega abbia ottenuto 19 mila voti.
Nel centrosinistra, Giacomo Bugliani, con 11.625 preferenze (il 49% dei voti attribuiti al suo partito) si conferma il leader provinciale dei democratici, sovvertendo i pronostici che lo volevano in flessione rispetto al 2015 a causa della scissione di Italia Viva. Nonostante il 14% lasciato dal Pd sul campo rispetto a 5 anni prima, Bugliani ha perso solo un migliaio di preferenze. La sua nomina ad assessore è stata data come molto probabile lungo tutta la campagna elettorale: se andrà in porto, avrà ancora più ampie opportunità di smentire quanti lo hanno additato di essersi tenuto alla larga dai problemi concreti della provincia e della Lunigiana, nonostante 5 anni di presenza assidua sul territorio e sui social media.
La situazione a Firenze
Giani e la sua coalizione già al lavoro per la composizione della giunta

A Firenze è già cominciato l’iter per la definizione della nuova giunta regionale. Il neopresidente Giani ha assicurato che sarà affiancato da 8 assessori, 4 uomini e 4 donne, mentre è ancora incerto se la giunta sarà un monocolore PD (che conta 22 consiglieri su 24 di maggioranza, gli altri 2 sono di Italia Viva, ma con la maggioranza assoluta fissata a 21 i democratici in teoria sarebbero autosufficienti) o se aprirà le porte – come richiesto dalla segretaria regionale del Pd, Simona Bonafè – ad un rappresentante delle due liste di sinistra che sostenevano Giani ma rimaste al di sotto del 3% utile a partecipare al riparto dei consiglieri per un soffio (i bersaniani di Sinistra Civica Ecologista si sono fermati al 2,96%, i socialisti di Orgoglio Toscano al 2,95).