“Vivere in questo mondo con sobrietà, giustizia e pietà”

XV Giornata per la custodia del creato: i vescovi italiani invitano a un cambio di rotta

32Giornata_custodia_creato2020Nel tempo dell’estate si aprono gli spazi per rigenerare mente e corpo, nell’ottica della vacanza e del riposo, come pausa dalle attività ordinarie. Ma questa estate del 2020 ha un sapore diverso. Lo scrivono anche i vescovi italiani nel messaggio “Vivere in questo mondo con sobrietà, giustizia e pietà”, pubblicato in occasione della XV edizione della Giornata nazionale per la custodia del creato che si celebra il 1° settembre di ogni anno.
Senza mezzi termini, infatti, i pastori scrivono che ci troviamo in un anno drammatico, caratterizzato dalle conseguenze della pandemia da Covid-19, con il suo strascico di morte e dolore in tante famiglie, mettendo in risalto ancora una volta le contraddizioni e i guasti di un sistema socio-economico fondato sull’efficienza e sul profitto a tutti i costi. Le conseguenze della pandemia hanno spinto ancora più in basso il tenore di vita di molte aziende e imprese, creando una spirale perversa, che ha generato instabilità, povertà e incertezza verso il futuro.
Questa crisi sanitaria ha fatto però intendere che solo operando insieme sarà possibile dare una risposta orientata al cambiamento degli stili di vita, vera “chiave” per evitare il collasso del pianeta e del sistema economico mondiale. D’altra parte l’esperienza del coronavirus ha messo in luce la grande prova di solidarietà e generosità del personale medico, ma anche la necessità di un servizio sanitario pubblico aperto a tutti, fondato sulla centralità della persona e non sull’interesse economico.
L’emergenza sanitaria, ribadiscono i vescovi, ha evidenziato anche come sia in realtà il nostro pianeta ad essere malato: l’inquinamento diffuso, le perturbazioni di tanti ecosistemi e i nuovi rapporti tra specie che esse generano possono aver aiutato il sorgere della pandemia o ne hanno acutizzato le conseguenze. Si impone allora l’adozione di nuovi stili di vita, perché a cinque anni dalla promulgazione della enciclica Laudato si’, “occorre che nelle nostre diocesi, nelle parrocchie, in tutte le associazioni e movimenti finalmente ne siano illustrate, in maniera metodica e capillare, con l’aiuto di varie competenze, le molteplici indicazioni teologiche, ecclesiologiche, pastorali, spirituali, pedagogiche”.
enciclica_papa_FrancescoIl cambiamento parte sia da scelte personali che da strategie comuni, in un nuovo rapporto tra individuo e società che valorizzi la comune appartenenza alla famiglia umana: non esiste un “pianeta di riserva”. L’enciclica Laudato si’, mediante la proposta di una “ecologia integrale”, indica infatti una direzione nuova dal punto di vista culturale, scientifico ed operativo per il futuro del nostro pianeta e della specie umana. Ecco, allora, che la giornata del 1° settembre può essere un’occasione preziosa per riflettere sulle conseguenze dei nostri comportamenti, anche approfittando del cosiddetto “tempo del creato”, esteso fino al 4 ottobre, per ricongiungersi idealmente con la festa di san Francesco.
Da sottolineare anche la forte valenza ecumenica della Giornata, che prende il via dall’iniziativa assunta dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli ancora nel 1989 e poi rilanciata da diversi soggetti ecumenici nel corso degli anni.
Nel messaggio i vescovi forniscono anche alcune indicazioni pratiche rivolte alle comunità per vivere al meglio questo appuntamento, nel contesto del rispetto delle normative anti-Covid: denunciare le contraddizioni al disegno di Dio sulla creazione, imparare a leggere i segni che il creato ci fa conoscere, dare una svolta ai nostri atteggiamenti e abitudini non conformi all’ecosistema, mettere in rete le scelte locali, cioè far conoscere le buone pratiche di proposte eco-sostenibili e promuovere progetti sul territorio.
“La pandemia è arrivata come un colpo di scure che ci ha costretto a fermarci”, ha scritto sr. Alessandra Smerilli, economista presso la Pontificia Università Auxilium, nei Lineamenta di preparazione alla Settimana sociale di Taranto 2021. “L’economia ne sta risentendo molto e con essa le persone. Ma è nei momenti più bui che si possono risvegliare le risorse per un cambiamento, anche quelle per ‘il pianeta che speriamo’: come cristiani siamo chiamati a fare la nostra parte, consapevoli che in questo tempo diventa prioritario generare nuovi processi, rimettendo in moto intelligenza e passione, fiducia e talenti, progetti e cantieri”.

(df)