Voti e suppliche per avere il soccorso della Madre Celeste

A Pontremoli nel giugno 1622 e nel luglio 1630

Pontremoli, 2 luglio 1922: la processione della Madonna del Popolo nel terzo centenario del voto
Pontremoli, 2 luglio 1922: la processione della Madonna del Popolo nel terzo centenario del voto

Quest’anno la pandemia scatenata dall’infimo, infame covid 19 ci fa meglio sentire e condividere le emozioni e ansie dei flagelli del passato. Oggi nei paesi organizzati secondo criteri di maggior sviluppo sociale ed economico abbiamo l’aiuto di conoscenze scientifiche, di terapie e di strutture sanitarie e di solidarietà, tuttavia l’aiuto con ardore di figli lo abbiamo invocato da Gesù e dalla sua Madre Vergine Maria, così benigna che molte volte soccorre anche prima di domandare.
Credenti o meno, ma con quell’esigenza di spiritualità propria della natura umana, abbiamo recitato il Rosario celebrato da vescovi in molti santuari mariani, ci siamo abbandonati con sincera speranza a supplicare nella sequenza delle antiche e nuove litanie, ci siamo inginocchiati col Papa davanti a miracolosi Crocifissi e abbiamo chiesto la guarigione dei malati, la pace eterna per le innumerevoli vittime, la liberazione dal contagio.

Pontremoli, 2 luglio 1922: la processione della Madonna del Popolo
Pontremoli, 2 luglio 1922: la processione della Madonna del Popolo

Dante nella preghiera a Maria concludendo il suo Paradiso aveva capito che senza l’aiuto divino l’uomo non ce la fa a superare le prove più gravi, sarebbe come desiderare di volare senza avere le ali. è verità confermata dal fatto che il mondo è pieno di segni e di dedicazioni votive, dei cristiani ma anche di altre religioni.
Quasi quattro secoli fa infuriava la peste, preceduta da carestia e fame; un focolaio era anche nel nostro territorio e ben presto cessò; il 13 giugno 1622, il Comune di Pontremoli emise il voto di festeggiare solennemente il 2 luglio Maria invocata come Madonna del Popolo. Un’iscrizione in latino tuttora visibile a sinistra dell’altare di San Vicinio in Duomo ricorda il voto, la festa è ancora oggi la più sentita e partecipata, richiama molti pontremolesi della diaspora, una lunga solenne processione con presenza delle autorità e istituzioni locali religiose e civili attraversa il centro storico da cima a fondo, ogni casa si adorna di fiori e drappi festanti.
Pontremoli_DuomoUna sofferenza imposta dalla pandemia è anche l’annullamento delle processioni, per la prima volta è mancata quella di S. Giovanni delle parrocchie di Vignola e Casa Corvi, quella della Madonna del Popolo, del Corpus Domini.e altre ancora: è una mancanza dolorosa, come una perdita di riferimenti e di amata tradizione devozionale. Una violentissima nuova epidemia di peste bubbonica si scatenò nel 1630 nel ducato di Milano di cui Pontremoli era ultima propaggine meridionale, la sua virulenza ben conosciamo nelle pagine de “I promessi sposi”.
13Madonna_del_PopoloIl 7 luglio 1630 il Consiglio Generale della Comunità, interpretando la volontà popolare di ringraziare Maria per lo scampato pericolo, emise voto di erigere un tempio a onore della SS. Vergine nel luogo ove è la chiesa di S. Maria di piazza… sontuoso, nobile, supplicando la protezione non solo dall’incombente peste ma anco da ogni altro flagello.
La prima pietra fu posata nel 1636 su progetto dell’architetto Alessandro Capra di Cremona, per disporre dell’area fabbricabile furono abbattute botteghe e una casa e demolita una cappella con la venerata statua della Madonna che verrà poi trasferita nella nuova chiesa, sarà rivestita di sontuose vesti della foggia della Madonna di Loreto, ma è una statua lignea seduta in trono con in braccio Gesù Bambino databile alla prima metà del sec. XIII, “opera di uno scultore venuto a contatto con modelli della scultura francese e non ignaro delle opere della vicina area padana” scrive Caterina Rapetti sul Corriere Apuano del 3 agosto 2003. Le sue misure sono cm. 110 x 30 x 33, per darle l’attuale dimensione fu necessario mettere un basamento per elevarla di mezzo metro.
La nuova chiesa fu aperta al pubblico nel 1687, fatta “insigne collegiata” nel 1723 sotto il titolo di S. Maria Assunta e vi fu trasferita la parrocchia di San Geminiano. Sarà cattedrale o duomo con la nascita della diocesi di Pontremoli nel 1787; ora è concattedrale con Massa.

Anche a Filattiera e a Pallerone testimonianze di voto alla Vergine

31Madonna_Filattiera2018 bLa chiesa di S. Maria del Popolo di Pontremoli edificata per voto popolare non è unica in Lunigiana.
Filattiera ogni anno rinnova il voto alla Madonna Addolorata detta Madonna del terremoto per ringraziarla di aver salvato il paese nel terremoto del 1903. Prima dell’alba il 27 luglio ci fu una scossa sismica molto forte, svegliate da uno spaventoso boato le persone fuggono dalle loro vecchie e vacillanti case. Non ci furono vittime né feriti, solo crolli e lesioni ingenti dappertutto. Lo sciame sismico durò giorni e il 31 luglio ci fu una scossa di assestamento fortissima, ma in paese non c’era nessuno, tutti si erano portati nei prati vicini rifugiati in tende o nei vagoni ferroviari.
La fede è il conforto e il sostegno e nasce il voto di acquistare una statua della Madonna Addolorata e di dedicarle il giorno dello scampato pericolo, il voto continua ad essere rispettato in piena fedeltà il 27 luglio. Fino alla metà del Novecento il Venerdì Santo si faceva la “lumacada” una processione religiosa nel segno della penitenza: i fedeli in fila percorrevano le vie del borgo fino alla piazza dove si avvolgevano a spirale richiamando la forma del guscio di lumaca. Alla luce di fiammella di candele accese dentro gusci di lumaca sui davanzali delle finestre e lungo le strade la spirale umana diventava simbolo di un labirinto. Dopo il terremoto la processione si fa il giorno della festa votiva.
Sempre in luglio, l’ultima domenica del mese, a Carafà collina presso Pallerone si prega la Madonna in un oratorio edificato per voto nel 1945 come ringraziamento degli abitanti del paese per averli tutti salvati dai bombardamenti mirati sull’obiettivo strategico del vicino polverificio, il secondo per grandezza in Italia. Sulla collina tutti si erano rifugiati nei giorni della guerra al suono dell’allarme portando con sé il quadro della Madonna. L’oratorio fu presto costruito e all’interno ha un affresco molto significativo, riporta la figura di Josef Schiffer sottufficiale della Wermacht che salvò tante persone: un fiore di bene era spuntato in mezzo all’odio. Solenni festeggiamenti per tre giorni sono stati fatti nel 2005 a sessanta anni dalla costruzione dell’oratorio: fu grande festa religiosa col vescovo Eugenio Binini a celebrare la Messa con partecipazione di autorità civili e religiose.

Maria Luisa Simoncelli