
Sarà vero che il Recovery Fund, come ha dichiarato il presidente Mattarella, contribuirà a creare quelle “condizioni proficue” per “predisporre rapidamente un concreto ed efficace programma di interventi”?
Noi siamo tra quelli che ripongono grande fiducia nel presidente della Repubblica in carica e quindi facciamo tifo perché il tutto si avveri, ma l’aria che continua a tirare nei palazzi della politica, complice, forse, anche questa estate che solo in questi giorni sta raggiungendo le temperature cui siamo stati abituati in questi ultimi anni, è agitata da venti molto forti e che spirano in direzioni diametralmente opposte.
Con divergenze che non si limitano al dualismo maggioranza-opposizione, ma segnano anche contrasti all’interno di tali schieramenti (a volte, addirittura, sembrano maggiori le distanze tra soggetti alleati che tra avversari). Ogni argomento è degno di più o meno feroci diatribe. Chi concorda sulla positività del Recovery Fund trova però il modo per discutere sul come e chi debba occuparsene; chi non ne è entusiasta si divide sull’opportunità di fare fronte comune contro l’emergenza economica e non solo. Ecco perciò che diventa dirimente la costituzione o meno di una commissione invece di una task force capaci di delineare il disegno di riforme che l’Europa si aspetta da noi prima di procedere al rilascio dei fondi per il “recupero”.
Nel centrodestra suscita più di qualche perplessità un Berlusconi rigenerato che lascia intendere la disponibilità a sostenere il governo con i voti dei suoi su determinati provvedimenti.
Se il Pd appare indeciso e timido nelle sue proposte a Conte per dare un’impronta più decisa al governo, è per lo meno inspiegabile l’incapacità dei Cinque Stelle di motivare seriamente un’ostilità al Mes che a gran voce tutti dicono non aver niente a che fare con il meccanismo ante Covid-19. Ne risulta che il motivo profondo risiederebbe nel fatto che in precedenza abbiano detto di no, quindi non possono perdere la faccia!
Molto disorientato dalla novità del Fondo di Recupero appare il centrodestra. Per un Berlusconi e una Meloni che, salvando il salvabile, si dicono “pronti al dialogo se…”, c’è Salvini che sta rispolverando tutti i suoi trucchi da mago del consenso: riporta in primo piano gli sbarchi, accusa ad ogni piè sospinto Conte di lesa democrazia, è in continua campagna elettorale come poco più di un anno fa (tranne che allora era ministro, mentre oggi è “solo” uno dei 315 senatori eletti).
L’ultima uscita è stata in occasione di un convegno al Senato organizzato dai cosiddetti “negazionisti” del Covid-19: nonostante l’invito dei funzionari al rispetto del regolamento, si è rifiutato di indossare la mascherina dichiarando: “Non ce l’ho e non me la metto”. Corso per rispetto delle istituzioni (anche on line) cercasi.
Antonio Ricci