Messa Crismale, “vera festa del sacerdozio ministeriale”

Sabato scorso, in Cattedrale a Massa, il clero diocesano si è riunito attorno al vescovo Giovanni

23Messa_Crismale2020La situazione d’emergenza del mese di aprile ha costretto a celebrare la Settimana Santa 2020 “a distanza” e così la Messa Crismale del Giovedì Santo, momento centrale della vita del presbiterio diocesano, era stata rimandata a fine maggio. Sabato ha avuto luogo la celebrazione, presieduta dal Vescovo mons. Giovanni Santucci, durante la quale vengono consacrati il Crisma, l’olio dei Catecumeni e l’olio degli Infermi. Questa, che si può considerare una “vera festa del sacerdozio ministeriale”, manifesta lo stretto legame che unisce il Vescovo ai suoi presbiteri.
La singolarità della situazione (quella di sabato 30 è stata infatti la prima celebrazione congiunta da parte di tutti i presbiteri della Diocesi) ha reso la funzione, già di per sé solenne e carica di significati, un momento di particolare rilevanza; si può dire anche un momento di gioia, pur nella piena consapevolezza del tempo difficile che viviamo. Ha voluto esprimere la sua contentezza, derivante dal potersi finalmente ritrovare insieme, anche mons. Santucci all’inizio dell’omelia, durante la quale ha poi insistito sul valore della celebrazione spiegando che “la Messa Crismale è epifania della realtà della Chiesa, dei suoi ministeri e dei suoi carismi; soprattutto se guardiamo al senso cristologico che esprime, dove Gesù è il Cristo, il consacrato con l’olio per il dono dello Spirito, e noi siamo cristiani”.
Il nostro Vescovo ha inoltre voluto commentare le scritture lette durante il rito, in particolare il passo del Vangelo di Luca che rimandava, a sua volta, alla prima lettura tratta dal libro del profeta Isaia. Mons. Santucci ha sottolineato come la stessa missione di annuncio, “di testimonianza della vita nuova che nasce dalla Fede – a cui si accenna in tali passi – riguarda e impegna tutti i cristiani ma particolarmente noi che abbiamo scelto di metterci al servizio del Signore e dei fratelli. Riguarda noi sacerdoti”.
Questa missione è connaturata al ruolo dei “ministri, servitori” chiamati “a vivere la santità” pur confrontandosi continuamente con le proprie fragilità e debolezze. Tutti i presbiteri, però, sono chiamati anche a ricordare che Gesù ha detto “non siete servi, ma amici” e che le cose chieste al servo o all’amico sono le stesse; però, ha chiarito mons. Santucci, “l’amico conosce o condivide le intenzioni, cosa si vuole ottenere con quel servizio. La sua non è una esecuzione ma è una collaborazione”. Il nostro Vescovo ha inoltre esortato ciascuno dei sacerdoti presenti a lavorare insieme, affermando che dalla necessità di “raggiungere le persone” e farsi annunciatori “nasce l’impegno della sinodalità, della condivisione, della comunione tra noi”. “Non abbiate paura di lavorare insieme, ha dunque chiosato, siate generosi gli uni con gli altri. Vogliamoci bene, siamo un unico presbiterio, siamo un’unica Chiesa”.
La celebrazione, animata dalla cappella musicale della Cattedrale, è stata scandita da tre momenti: il rinnovo delle promesse sacerdotali da parte dei presbiteri, la benedizione dell’olio degli Infermi (svoltasi prima della recita del Padre nostro) e la benedizione del Crisma e dell’olio dei Catecumeni (subito prima dei riti di conclusione).
Al termine il nostro Vescovo ha voluto rivolgere un pensiero di ringraziamento a tutti i sacerdoti presenti per quanto è stato fatto in questi mesi. “Le difficoltà non sono finite”, ha precisato mons. Santucci, che ha però voluto concludere la celebrazione con parole di speranza, sollecitando i suoi presbiteri a rimanere fiduciosi, forti dell’aiuto dello Spirito Santo che continua a scendere su tutto il popolo di Dio per mezzo della Pentecoste.

(R. B.)