
A Terrarossa un intessante incontro con Luca Onorato e Maurizio Ratti
In mezzo secolo la popolazione mondiale è passata da 3,5 a 8 miliardi di persone: ogni anno divoriamo ben più risorse di quelle che il pianeta mette a disposizione. In pericolo c’è il futuro delle nuove generazioni.
Negli accoglienti locali del castello di Terrarossa, nella biblioteca naturale “Albino Fontana”, un tema di grande attualità, il clima e i suoi cambiamenti, è stato affrontato venerdì scorso, 7 febbraio, con l’intervento di due ospiti. Invitati dagli organizzatori, Sigeric Servizi per il Turismo, Associazione Farfalle in Cammino e Sentieri Liguri Apuani, i relatori della serata, Luca Onorato e Maurizio Ratti, hanno offerto al pubblico, intervenuto con curiosità e attenzione, una panoramica sulla ‘macchina del clima’.
Ha avviato la presentazione Luca Onorato, previsore presso l’ufficio di climatologia del Centro Funzionale di ARPAL Liguria, autore di numerose pubblicazioni ed articoli scientifici. Egli, partendo dalla fondamentale differenza tra meteorologia e clima, ha evidenziato, servendosi anche di molte foto e diapositive, l’allarme sull’entità dei cambiamenti climatici che viene ripetuto da anni dalla comunità scientifica mondiale. Benché il clima sia sempre mutato, con cicli assai più lunghi di quello della vita umana, la frequenza che si riscontra da anni nei record, sempre più sbilanciati sul caldo, deve far riflettere i decisori – ma vi sono ancora troppe lentezze e troppe contrarietà in questo processo – nonché stimolare i singoli ad azioni ecocompatibili. è riconosciuto ormai che il cambiamento climatico al quale si sta assistendo non è dettato solo da cause naturali, ma pure dalle attività umane, responsabili delle emissioni di gas serra in atmosfera e del diverso, vorace uso del suolo, sempre meno naturale.
L’impronta umana ha un impatto tale sull’ecosistema da giustificare il conio del termine “Antropocene”, era in cui ci si può considerare entrati negli ultimi anni del XX secolo. Onorato ha fatto notare il pressoché accordo unanime degli esperti sugli scenari preoccupanti che vengono disegnati per i prossimi decenni dai modelli di previsione climatica: anche nell’ipotesi di uno scenario meno gravoso, si potrebbe andare incontro ad un surplus di 1,5-2°C in più di temperatura media del nostro pianeta entro il 2100, in pochi decenni circa il doppio di quello già realizzatosi da metà Ottocento ad oggi. E questo anche qualora le azioni raccomandate dalla comunità scientifica venissero puntualmente adottate e osservate: non c’è più tempo, è troppo tardi per evitare, si può solo cercare di mitigare il peggio.
A seguire, Maurizio Ratti, responsabile dell’osservatorio di Pontremoli, membro del direttivo della Società Meteorologica Italiana e della redazione di Nimbus, nonché collaboratore da più di trent’anni del Corriere Apuano, ha portato il discorso su un piano più locale (riferito alla Lunigiana, ma non solo) per tradurre in cifre anche nostrane gli effetti dei processi globali trattati.
La climatologia si avvale di analisi, statistiche e tendenze che emergono da lunghe serie storiche di osservazioni. L’importanza di misure accurate è fondamentale per capire cosa sta accadendo: alcuni segnali sono chiari e inconfutabili , come l’aumento della temperatura dell’aria negli ultimi trent’anni, ad un ritmo accelerato senza precedenti da quando ebbero inizio i rilevamenti strumentali; altri, inerenti l’andamento delle precipitazioni, ad esempio, sono mascherati da rumori di fondo, non ancora riconoscibili, e proprio per questo da continuare a monitorare con attenzione. In un mondo che è passato da 3,5 miliardi di abitanti a 8 nel giro di mezzo secolo, divoratori di energia a più non posso, ‘mangiarsi’ in 365 giorni ben più delle risorse che il pianeta mette a disposizione annualmente significa aver perso coscienza dei limiti fisici che impone la Natura e ipotecare seriamente il futuro delle generazioni che verranno. I rimedi sono noti da tempo: è urgente applicarli individualmente anticipando le scelte politiche che saranno, pena la catastrofe, obbligate.