

Più volte, sul nostro settimanale, abbiamo pubblicato articoli riguardanti le stragi per incidenti stradali con la consapevolezza, purtroppo, che altre ne sarebbero seguite. Eppure vogliamo essere ostinati nel credere che anche una corretta informazione sia utile per chi guida affinché mai scordi il valore della vita, propria ed altrui, anche sulle strade.
I numeri raccolti da Polizia stradale e Carabinieri sono lì implacabili a ricordarci le troppe vittime della strada. Morti in auto, in bici, in moto, a piedi, sulle strisce pedonali… nei centri urbani come nelle periferie. Ormai è sabato anche negli altri giorni della settimana.
Non c’è comune d’Italia che non sia costellato di tracce che rimandano a sofferenze inaudite, simili a fiumi carsici, pronte a riaffiorare inesorabilmente in quanto la perdita di una persona cara resta una ferita che mai si rimarginerà. Si moltiplicano fiori, lumini, lapidi a indicare ricordi indelebili e quella “ pietas” che restituisce briciole di sensibilità, condivisione e umanità.
Se l’alcool e l’assunzione di droghe restano i principali responsabili degli incidenti, tra i fattori di alto rischio restano anche l’alta velocità, i colpi di sonno, la distrazione, magari generata dall’uso improprio del cellulare, sia in voce che, peggio ancora, per inviare messaggi. Fattori che si sommano, rendendo il ritorno a casa in sicurezza non sempre scontato.
Dove è finito il senso del limite? Quella insicurezza che fa venire i brividi di fronte ad una situazione sconosciuta di cui si ignorano le conseguenze? Quella incertezza che fa retrocedere dai propri istinti e fare un passo indietro?
Alla luce del sole, il mondo non è il buco nero dello sballo, degli eccessi e della irresponsabilità. Anzi, ci sono le persone, le emozioni, gli amori, le amarezze, i sogni. Insomma, la vita da gustare in pienezza. Certo, mancano agenti sul territorio. Servirebbe maggior personale di soccorso per arrivare prima con le auto e le luci blu accese come deterrenti. Servirebbero sanzioni drastiche per abbassare il numero di comportamenti illegali e di estrema pericolosità.
Parlare al condizionale è sinonimo di parlare al vento. È indispensabile la testimonianza degli adulti. Come pure il dialogo in famiglia, a scuola, fra amici come passepartout per interiorizzare i valori intramontabili del vivere, compresa la sicurezza sulle strade. Nella consapevolezza che l’educazione non si insegna solo con i libri, ma anche con l’esperienza ed il buonsenso.
Un s.o.s. indispensabile da raccogliere ed accogliere. Sicuramente più importante della repressione. La posta in gioco è troppo alta per far finta di niente e mettere la testa sotto la sabbia. Tutti chiamati a fare la nostra parte. Con impegno e voglia di esserci.
Ivana Fornesi