
Le sindache di Pontremoli e Filattiera, Baracchini e Folloni, hanno partecipato all’iniziativa degli Enti locali con un viaggio di una settimana, a cavallo tra 2019 e 2020, tra Gerusalemme, Palestina e Israele

Sono partiti da tutta Italia, in un centinaio, per andare in Terra Santa. Semplici cittadini appassionati alle vicende del mondo, rappresentanti di grandi o sconosciute organizzazioni di volontariato, delegati di enti locali, studenti liceali e universitari, giornalisti. Volti noti ma anche no. Persone di tutte le età e di moltissime provenienze, che in più casi si sono mosse “a due a due” coppie di vita, o di amicizia. Come il caso delle due sindache lunigianesi, Lucia Baracchini di Pontremoli e Annalisa Folloni di Filattiera, che hanno partecipato, dal 28 dicembre al 5 gennaio, a questo viaggio tra Gerusalemme, Palestina e Israele, organizzato dalla Tavola della Pace e dal Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani. “È un paese perennemente in guerra dove tra la popolazione prevalgono rassegnazione e sfiducia, ma noi abbiamo il dovere di abbattere questo muro di silenzio e fare conoscere a tutti la questione israelo-palestinese”. È visibilmente commossa la sindaca Folloni che abbiamo contattato pochi giorni dopo il suo rientro alla “normalità” della vita lunigianese: “Sì, è stato un viaggio intenso ed emozionante. E credo che solo toccando con mano le sofferenze che vivono i palestinesi delle zone occupate si possa capire concretamente le loro difficoltà”. E parlando in precedenza di “muro” la prima cittadina filattierese ha usato una parola non casuale visto che la barriera di oltre 730 km che separa israliani e palestinesi, è una sorta di presenza continua e sfiancante che condiziona la vita quotidiana.

“Ho percepito – evidenzia la Folloni – l’assurdità di questa situazione mentre soggiornavamo a Betlemme; da un lato le strade piene di negozi e strutture per turisti, di fronte il muro come una condanna ineluttabile”. Una presenza che impone evidenti limitazioni e difficoltà all’interno dei territori palestinesi: solo per potersi recare al lavoro, il passaggio al ceck point obbliga a lunghi controlli (ed entrambe le sindache sono rimaste colpite dalla giovane età dei soldati israeliani “poco più che ragazzi ma con un kalashnikov in mano”). La comitiva ha quindi visitato i luoghi religiosi del territorio, immergendosi nella vita terrena di Gesù, ma ha anche avuto incontri con le autorità locali. Oltre che con mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico di Gerusalemme dei Latini e in precedenza Custode di Terra Santa e Guardiano del Monte Sion.

Molto toccanti sono state poi le visite ad un ospedale di Gerusalemme (specializzato in oncologia e nefrologia), riservato ai bambini palestinesi in cui i giovani malati non possono avere vicini i loro genitori in quanto possono essere accompagnati solo da over 45enni. E quindi solo i più fortunati hanno vicino i loro nonni ma ci sono tanti casi di bambini abbandonati a loro stessi. “Durante i vari incontri con i rappresentanti del popolo palestinese – ribadisce la Folloni – emerge la rassegnazione anche se trovano ancora la forza per chiedere al mondo esterno di intervenire per riferire che cosa sta succedendo”.

La prima impressione che riferisce la sindaca Baracchini è invece legata alla marginalità del Cristianesimo nel contesto della Terra Santa “sicuramente è stata una cosa sorprendente vedere, in quello che per noi ne è il luogo simbolo, la nostra religione essere considerata una realtà ampiamente minoritaria, fatto che del resto ci è stato confermato dallo stesso mons. Pizzaballa”. E poi anche la prima cittadina pontremolese si sofferma sulle sofferenze del popolo palestinese “non voglio entrare sulla questione che è di certo molto complessa e che intreccia politica e religione. Ma certo su quel popolo restano dei segni pesanti di difficoltà di diritti negati”. La sindaca racconta poi il toccante incontro con un ingegnere palestinese “nel suo racconto non c’è mai stato spazio per la rabbia, l’ira o il rancore. Ed è stato commovente il momento in cui ha ricordato come le persone tengano le chiavi arruginite delle case in cui hanno abitato e che non possono più raggiungere perchè al di là del muro”. Per portare questo messaggio in Lunigiana si pensa a creare una sinergia con una compagnia di tre attori palestinesi che quest’estate si esibiranno in Francia “l’obiettivo -assicurano ad una voce le due sindache – di organizzare un incontro per portare la loro voce anche nel nostro territorio”. (r.s.)