Con l’eccezione di domenica 10, anche la settimana in esame si è distinta per il maltempo e la piovosità. Alle precipitazioni, inoltre, si è unito il calo della temperatura con le prime nevicate in montagna. Martedì 5, gli accumuli sono stati abbondanti e diffusamente superiori ai 50 mm nell’alta Lunigiana. Mercoledì 6, maggiore instabilità con temporali a zonzo, neve in Appennino da quota 1600-1700 nella notte e, in giornata, fino a 1400 m. Nelle ore serali, all’ampliarsi delle schiarite già timidamente apparse al tramonto, ristagno d’aria e copiosa condensa, premesse della nebbia estesa e piuttosto fitta notata al primo mattino di giovedì 7.
Il continuo transito di fronti nuvolosi di minima entità ha prodotto ulteriori, deboli apporti di pioggia, specie nel tardo pomeriggio e la sera.
I modelli di previsione ad area limitata, fino a tutto giovedì allineati nel vedere un peggioramento gravoso per venerdì 8, hanno fatto scattare l’allerta arancione: in realtà, la situazione si è poi mostrata tutt’altro che critica, pur registrandosi l’ennesima piovuta e un abbassamento della quota neve, scesa fin sotto i 1000 metri a tarda sera.
Le prime nevicate montane della stagione 2019-20, quindi, si sono verificate allo spirare del libeccio freddo anziché della tramontana scura. Con la quiete notturna, la maggiore umidità tipica delle correnti ‘marine’ unita ad una breve fase di schiarite ha ricreato le condizioni favorevoli ad un altro “nebiùn” al mattino di sabato 9.
La coltre di strati nebbiosi, osservata dai monti che delimitano la Lunigiana interna, ha indugiato per l’intera mattinata, ora dando segni di dissolvimento (durante le schiarite, magnifica vista del crinale appenninico candido di neve) e ora avanzando da capo trasportata da una leggera, fredda e umidissima brezza. Una volta sparito l’ultimo ‘cencio’ di nebbia, il cielo è apparso coperto.
Le schiarite, poi, sono tornate a prevalere nottetempo: ciò ha consentito un più sensibile raffreddamento dell’aria nella notte di domenica, tanto che un cenno di brina, oltre alla solita rugiada in quantità, si è notato nei prati tra l’alba e l’aurora laddove, come a Pontremoli, il cielo è rimasto sgombro e l’irraggiamento non è stato ostacolato dalla nebbia. A partire da domenica pomeriggio, la ventilazione ha cambiato quadrante, disponendosi intorno Nord. Altri piovaschi si sono ripetuti lunedì 11 al mattino e a sera.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni