Prendersi cura della Chiesa così come ha fatto san Francesco

Il vescovo Giovanni in Cattedrale a Massa nella solennità del 4 ottobre

38S_Francesco_2019_2“Oggi è una occasione importante per tutti coloro che guardano a san Francesco come modello di vita. Oggi è la festa dell’Italia intera che ha il Santo di Assisi come patrono e di coloro che vivono lo spirito del suo insegnamento”. Così il vescovo Giovanni all’inizio dell’omelia pronunciata lo scorso 4 ottobre nella Basilica Cattedrale a Massa, nel giorno della festa del patrono della diocesi e della città.
Numerosi i fedeli e i sacerdoti che hanno partecipato alla santa messa solenne, dove hanno concelebrato anche il vescovo emerito Eugenio, il vescovo della Spezia, mons. Luigi Palletti, e il vescovo di Albenga, mons. Guglielmo Borghetti.
Una Chiesa diocesana in festa, quindi, guidata dal suo pastore, che non ha voluto rinunciare al ricordo di san Francesco, nonostante le Chiese della Toscana fossero impegnate ad Assisi. “Andremo in pellegrinaggio il prossimo 26 ottobre – ha detto il vescovo – ma oggi siamo qui per dire il nostro grazie a Dio per il dono di un patrono così straordinario come Francesco e per chiedere al Santo di intercedere per noi presso il Signore”.
Nel corso dell’omelia, mons. Santucci ha voluto specificare da dove nasca la fedeltà di Francesco all’ideale cristiano del Vangelo, così come lo ha vissuto e interpretato.
38S_Francesco_2019_1La chiave di lettura la ritroviamo nella pagina proclamata, dove l’evangelista Matteo riprende il brano dove Gesù dice: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”. Al contrario degli adulti, come ha fatto notare il vescovo, i bambini non hanno passato, non hanno niente da rimediare o da difendere, e trovandosi in questa condizione non hanno paure o remore, ma vanno incontro alle persone con fiducia, così come nei confronti della vita: allo stesso modo ha fatto Francesco.
“Egli vede Gesù fratello tra i fratelli, sofferente tra i sofferenti, e tutte le creature cantano le sue lodi, soprattutto gli uomini, perché è per noi che il Figlio di Dio si è fatto uomo, per noi ha creato l’universo, e ci rivela il Padre che vuole che tutti gli uomini siano salvi”. C’è poi un altro aspetto del carisma di Francesco che il vescovo ha voluto sottolineare ed è la fedeltà alla Chiesa. Riprendendo l’episodio del Crocifisso di san Damiano che aveva parlato al Santo chiedendogli Va’ e ripara la mia chiesa, mons. Santucci ha precisato: “Non c’è un’altra Chiesa, ma è importante amarla, amare questa Chiesa, restaurarla, prendersene cura”.
E ancora: “in questa Chiesa io vivo ed opero, e attraverso di essa ricevo il dono della grazia, attraverso di essa celebro la mia fede”.
Al termine della celebrazione, infine, di fronte al clero e al popolo, il vescovo ha consegnato alla Diocesi il Piano Pastorale per l’anno 2019-2020, dedicato al progetto delle Unità pastorali: un impegno per tutti, ognuno per la sua parte, a costruire la comunità della Chiesa. L’esempio e l’insegnamento di Francesco costituiscono, allora, una sintesi notevole dello stile del Vangelo, che esorta ogni uomo ad amare Dio e i fratelli.

(df)