“Le scrivo per…” così Talentoni a Galilei

34TalentoniGiovanni Talentoni fu un personaggio di rilievo a cavallo dei secoli XVI e XVII. Nato a Fivizzano nel 1542, fu filosofo, medico, scrittore. Di lui così scrive,in Memorie storiche di Lunigiana, Emanuele Gerini, a cui è intitolata la Biblioteca di Fivizzano: “ Rare volte Natura fa nascere un bello ingegno e affaticante con l’intelletto, che spessamente, ghiribizzando, non lo accompagni a bizzarra e faticosa indole o a disdegnanza e ritrosia…   Poi subito contrappone l’eccellenza con la stravaganza….Così operò nel dare al mondo Giovanni Talentoni di Fivizzano, il quale fu di naturale  bisbetico oltro modo, ma però di tanta indole fornito…”- Non a caso tenne la cattedra di Logica nell’Università di Pisa, dove si era laureato, e dal 1586 quella di Medicina pratica. Quando era insegnante di Logica ebbe tra i suoi allievi Galileo Galilei, col quale manterrà sempre  buoni rapporti. Ne è testimonianza una lettera autografa datata 18 giugno 1612 e riportata alla luce dallo storico Rino Barbieri, dopo minuziose ricerche alla Biblioteca Nazionale di Firenze, e dallo stesso fedelmente dattiloscritta. Talentoni è a Fivizzano e si lamenta della  sua ria fortuna, che lo fa tanto lontano da Firenze, dove si trova Galilei. Non potendo raggiungerlo per mostrargli qualche amorevolezza e poi coi fatti dargli sodisfattiòn, supplirà con la lettera. Gli ricorda quanto  fece per lui l’anno precedente presso S.A.S. . :”Dissi che pochi pari ella haveva nell’intendere Euclide, e però che  havrebbe fatto bene a condurla per Matematico in Pisa con grosso emolumento”. S.A.S. ( il Granduca ) forse era già impegnato con altri, un volgare dalle Pomearanze, ma – continua la lettera- “ mostrò di haver di lei buonissima opinione, poi che mi ragionò dell’inventiòndi quel suo occhiale che fa veder le cose lontane, e della nuova stella”.Dopo questa premessa, riccadi espressioni ossequiose, Talentoni rivolge a Galilei una richiesta:” All’incontro, che so che a lei occorrerà per ragionare con S.A.S., la prego  che, vacando il primo luogo di Teorica Medicina in Pisa, et essendo io da molti proposto in Senato per la medesima carica in Padova…. dove  il partito riusciva senza fallo se ‘l Doge non si fosse opposto, col propor Bernardino Enio, Venetiano, suo medico, in guisa che ‘l luogo ha a me tolto, che a lui però non ha potuto fare avere…. dicendo questo, dirà grandissima veritade, e favorirà un suo già amorevol dottore, et hora dolcissimo amico…. Facendo fine le bacio la mano, pregandole dal Signore Iddio ogni bene”.
Evidentemente le segnalazioni e gli aiutini nell’attribuzione delle cattedre hanno sempre fatto parte della storia delle Università. Oggi, però, come hanno portato alla ribalta anche cronache recenti, nelle assegnazioni prevale, pare, il valore del denaro rispetto al merito e alla disinteressata amicizia.

Andreino Fabiani