Caldo bilancio di agosto e dell’estate 2019

sunsetE’ volato via anche agosto, terzo atto del trimestre estivo: l’ottavo mese dell’anno non ha voluto rinnegare quanto costruito dai due ‘fratelli’ compagni di stagione, ma ha scelto la via silenziosa. Perciò, senza azioni eclatanti, ha assunto il ruolo di brava formichina, giorno dopo giorno, riposandosi solo per la festa di metà mese. Un caldo mai eccessivo, ma costante e spesso unito a umidità medio-alta che lo ha reso non sempre gradevole. Qualche giornata limpida non è mancata, e tuttavia, specie nell’ultima decade, è stata più frequente la foschia tipica delle condizioni afose.
L’aria, divenuta più instabile, ha dato il via alla messa in scena dei temporali pomeridiani, quest’anno particolarmente attivi nella fase finale della stagione piuttosto che all’inizio. In definitiva, agosto è riuscito, in media, a raggiungere quasi lo stesso livello termico di luglio, benché in maniera del tutto diversa; luglio lo ha fatto alternando forti calure e piacevoli frescure, mentre agosto con regolarità, un gradino dopo l’altro. Un’anomalia da rilevare è il crescere dello scarto positivo della temperatura rispetto alla norma lungo il mese: nessuna crisi estiva del dopo ferragosto, quindi, divenute con il nuovo secolo sempre più rare.
Network EMILIASe giugno si era conquistato l’argento (secondo più caldo, ben distaccato, però, dal rovente giugno 2003), luglio si era accontentato della decima posizione fra i sui simili più caldi dal 1929; agosto si è accomodato al nono posto fra i suoi pari e la combinazione di un mese sul podio con gli altri due, comunque, nella parte alta della classifica, ha sancito il piazzamento dell’estate lunigianese 2019 fra il terzo e il sesto posto. Il bronzo è praticamente condiviso con altre tre estati, tutte recenti: 2018, ’17 e ‘12.
Solidamente in posizione sovrana l’estate del 2003 (temperatura media 23,6°C), seguita a distanza da quella del 2015 (22,8°C), le successive dal 3° al 6° posto sono infatti talmente prossime fra loro nel livello termico (fra 22,1° e 22,2°C) da costringere all’uso della seconda cifra decimale per stabilire una classifica. Al di là del rigore dell’elenco, pressoché impossibile quando le differenze si giocano su 0,1°C, al limite della risoluzione degli strumenti, ciò che interessa è vedere come, negli ultimi anni, le estati si concentrino nella parte alta della classifica riscrivendola continuamente.
Le lunghe estati di metà Novecento, favolose nei racconti di nonni e bisnonni, sono ormai retrocesse dal settimo – decimo posto in giù insieme ad altre, più o meno recenti. Sul prossimo numero, il resoconto delle precipitazioni.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Oliveri, Giovan Battista Mazzoni