Torrano. Il paese, monte Burello e i Liguri Apuani

Francesco Fantoni ha raccolto in un volume notizie, cronache e riflessioni sul proprio paese

Una processione a Torrano nel 1956
Una processione a Torrano nel 1956

È stato distribuito in queste settimane Torrano. Il paese, monte Burello e i Liguri Apuani, libro di Francesco Fantoni sul proprio paese, la frazione di Pontremoli non lontano dal capoluogo e distesa sulle colline che dominano la vallata del Gordana. Prima di cimentarsi con la scrittura l’autore ha consultato una lunga e importante serie di pubblicazioni – i cui titoli sono raccolti in una nutrita bibliografia – dalle quali trarre spunti e conferme per un racconto che, alla fine, tale diventa attraverso descrizioni, notizie e riflessioni nei tanti paragrafi nei quali è organizzato il libro.
Veri e propri flash sulle origini, la vita, i personaggi e gli aneddoti di un paese ai cui abitanti, “di ieri, di oggi e di domani”, il libro è dedicato. Se non sono note le origini di Torrano, l’autore ricorda come le prime notizie risalgano al 1296 quando la “Cappella de Turano” era tra quelle dipendenti dalla Pieve di Urceola – Saliceto alla quale era legata anche da una abbbastanza agevole viabilità antica di mezza costa. Da qui il racconto si dipana per arrivare in breve ai giorni nostri: il paese, la chiesa, l’opera parrocchiale.
Nel paragrafo seguente, “l’istruzione”, Fantoni ci ricorda come nel 1841 gli abitanti fossero 228 e appena 16 erano in grado di leggere e scrivere, ma tra questi erano conteggiati anche cinque sacerdoti e un chierico: dunque se escludiamo questi soltanto dieci persone a Torrano potevano dirsi non analfabeti, secondo una situazione che all’epoca era la regola nella quasi totalità dei territori e in particolari di quelli rurali.
Tra le risorse Fantoni dedica il primo posto alla castagna, prodotto dei castagneti diffusi tutto attorno al paese fino al monte Burello e che “vivono oggi in uno stato di abbandono” anche se, sottolinea, non manca in paese chi ancora porta avanti l’attività di coltivazione, raccolta ed essicazione del prodotto.
E dalla castagna alla cucina il passo è breve: base dell’alimentazione locale, l’affrancamento da essa inizia alla fine dell’Ottocento anche grazie alla temporanea comparsa nel pontremolese dei cantieri per la costruzione della ferrovia prima e della strada statale. Migliori condizioni che, nei primi anni del Novecento, portarono la popolazione fino alle 476 unità.
Ma se la farina di castagne torna ad essere insostituibile risorsa in periodi di crisi come quello della seconda guerra mondiale, la cultura legata ad essa resta viva: così l’autore ci regala alcune ricette tipicamente locali. E il capitolo successivo non poteva che essere dedicato ai mulini, il luogo cioè della trasformazione.
Alle tradizioni della Settimana Santa e del Cantamaggio sono dedicati due paragrafi, un altro alle guerre che anche a Torrano fecero sentire tutto il carico di privazioni, avvenimenti tragici e lutti. E poi il colera, le fornaci a calce, la strada Genova-Pontremoli, quella “cosidetta” di Annibale e quella per Pontremoli.
Fantoni dedica, infine, due ampi capitoli al “Monte Burello ed i Liguri Apuani” e alle “Persone del paese”, interessanti pagine ricche di informazioni che, raccolte in questo volume, sono ora a disposizione di tutti.

(p. biss.)