S. Giovanni, che annunciò Cristo già nel grembo materno

Grande festa a Villafranca e Treschietto per le celebrazioni in onore del patrono

26SanGiovanniBattistaUna festa per essere vissuta nella gioia cristiana va preparata, attesa, partecipata. Ogni anno, in occasione del patrono S. Giovanni, a Villafranca il parroco don Giovanni Barbieri sollecita la comunità ad accogliere il messaggio di un Santo, definito dallo stesso Cristo “il più grande tra i nati di donna”. La Chiesa lo festeggia, come la Vergine Maria, nel giorno della nascita, 24 giugno, mentre il martirio si ricorda il 29. Ciò dà l’idea della sua grandezza. Per antonomasia egli è figura dell’asceta del deserto: uomo abituato alla fatica, al sacrificio, ad una vita austera dedita alla ricerca del Signore.
“L’esperienza di Giovanni – ha detto mons. Antonio Costantino Pietrocola coadiuvato da don Pietro Giglio, don Francesco Pagani, dal parroco don Giovanni Barbieri e dai diaconi Edamo, Beppino e Mario Paolo – è stata quella di una vita ritirata nel deserto per cercare Dio e, infine, se l’è visto venire incontro il suo Dio, insieme ai peccatori per farsi battezzare nelle acque del fiume Giordano. Ultimo profeta dell’Antico Testamento e primo apostolo di Gesù in quanto gli rese testimonianza ancora in vita”.
Alle ore 21 canto dei Vespri, sotto la direzione del maestro Pierfrancesco Carnesecca. Presente, come nella S. Messa delle 11, il sindaco Filippo Bellesi, affiancato da alcuni assessori. Incisiva la riflessione di mons. Antonio Costantino Pietrocola che ha presieduto il sacro rito: “Il bel canto liturgico, ha sottolineato mons. Antonio, rimanda alle radici cristiane dell’Europa. Al modo di ripensare la vita, l’uomo, il nostro essere nel mondo. Nessuna pianta vive senza radici per cui dimenticarle o reciderle significa illuderci di poter fare a meno di Dio come se non ci fosse un domani. Il benessere, saziando i nostri bisogni quotidiani, riempiendo il corpo, ci ha tolto il gusto dell’attesa. Siamo nell’era “dell’usa e getta”, dell’indifferenza che inaridisce il cuore, infatti non siamo contenti. Abbiamo bisogno della luce di Giovanni che come allora ripete a ciascuno di noi “Ecco l’Agnello di Dio”. Viviamo l’estate, appena iniziata, ricordando che senza il Vangelo, senza Gesù il nostro incedere nel mondo può soddisfare piaceri e successo, lungi dal rispondere ai grandi perché. Urge speranza di eternità “… è uno attendere certo de la gloria futura, il qual produce grazia divina e precedente merto…” (Paradiso, canto XXV). Ed allora per vivere bene qui con interiore serenità guardiamo all’Eterno e all’Eternità”.
La lunga processione si è snodata per le vie principali di Villafranca con la partecipazione dei rappresentanti delle varie parrocchie del comune e delle associazioni di volontariato con i loro labari. Prezioso il servizio della Banda musicale, delle Forze dell’ordine e di tanti volontari. Ci aiuti il Battista a rafforzare la fede, a riscoprire il nostro battesimo, a perseverare nel cercare ed accogliere il Signore portandolo anche a chi ancora brancola nel buio alla ricerca spasmodica della verità e dell’unica Parola che ci rende liberi. Ben riuscite le varie manifestazioni collaterali alla festa che hanno fatto da simpatica cornice favorendo momenti di salutare aggregazione.

Uno dei Santi più venerati

Giovanni Battista è uno dei Santi più venerati nel mondo. La sua vocazione profetica si manifestò, ancora prima di nascere, attraverso segni messianici come “l’esultanza” davanti a Maria in visita alla cugina Elisabetta. Patrono dei monaci, nel 28 d.C. iniziò la sua missione esortando alla conversione e alla penitenza. In segno di purificazione dai peccati immergeva nelle acque del Giordano le tante persone che accorrevano da ogni parte per ascoltarlo. Anche Gesù volle farsi battezzare e, pur essendo senza peccato, non ebbe paura di unirsi alla fragilità umana, facendosi battezzare dal “cugino” definito, per questo, il “Battista”.
Il parroco di Treschietto don Angelo Boattin, nel triduo di preparazione alla festa, ha sintetizzato la vita straordinaria del Battista invitando i parrocchiani a vivere, con fede, i sacramenti, fra cui quello della confessione, poiché Gesù rimane il Buon Pastore che si carica sulle spalle la pecora “più birichina” per riportarla all’ovile e fare grande festa. La comunità di Treschietto si è stretta attorno al copatrono solennizzando i sacri riti con preghiere, momenti di riflessione e canti appositamente preparati.
La sera del 24 giugno, dopo il canto dei Vespri, processione nel borgo. Presente il sindaco Carletto Marconi. In alto lo splendore delle stelle che sembravano additare a noi, pellegrini sulla terra, la Luce vera: Cristo, unico Salvatore che, spesso, non sappiamo riconoscere quando ci raggiunge attraverso gli eventi della vita. 

Ivana Fornesi