Domenica 19 maggio torna la Giornata nazionale dell’ 8xmille

Anche nella nostra diocesi un appuntamento dedicato all’informazione e alla trasparenza 

20OttoxMille“Il Paese dei progetti realizzati”: è questo lo slogan che da diverse settimane appare sui nostri televisori, presentando diversi spot sul tema della solidarietà; ci ricorda che siamo nel tempo della “firma per l’8xmille” alla Chiesa Cattolica. Per i credenti e anche per chi guarda all’impegno della Chiesa a favore delle povertà del mondo, la “firma” diventa un gesto quasi naturale, che si ripete di anno in anno, assicurando così quell’entrata economica indispensabile per tenere in piedi una struttura a servizio di tutti.
Come è noto, nella dichiarazione dei redditi una quota del gettito complessivo dell’Irpef viene messa a disposizione, dallo Stato italiano, per scopi “sociali o umanitari” a gestione statale o “religiosi o caritativi” gestiti da confessioni religiose.
Viene però chiesto annualmente ai contribuenti di indicare a chi deve essere destinata. I soggetti destinatari dell’8xmille sono, oltre lo Stato: Chiesa Cattolica, Chiesa Valdese, Chiesa Evangelica Luterana, Chiesa Apostolica in Italia (Pentecostali), Unione Buddista italiana, Unione Cristiana Evangelica Battista, Unione delle Chiese Avventiste del 7° giorno, Unione delle Comunità ebraiche in Italia, Sacra Arcidiocesi Ortodossa, Assemblee di Dio in Italia, Unione Induista italiana, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (IBISG).
La ripartizione dei fondi 8xmille tra i diversi soggetti destinatari avviene in proporzione alle scelte espresse e quindi senza tenere conto degli “astenuti”. Ad esempio, se il 60% dei contribuenti esprime una scelta, si terrà conto esclusivamente delle preferenze di quel 60%.
20OttoxMille1Ma come vengono usati i fondi dell’8xmille?
Lo spiega l’incaricato diocesano per il Sovvenire, il diacono Dino Eschini. “Secondo quanto prescrive la legge 222 del 1985, – precisa Eschini – i fondi 8xmille sono impiegati per tre finalità: a) culto e pastorale b) sostentamento dei sacerdoti c) interventi caritativi in Italia e nei paesi in via di sviluppo. Ogni anno, di solito nel mese di maggio, durante l’Assemblea Generale della C.E.I., i vescovi determinano la suddivisione dei fondi 8xmille per le tre finalità previste dalla legge. I soldi spesi per culto e pastorale servono alle attività degli uffici pastorali diocesani. Una parte considerevole viene usata per il sostentamento del clero, ad integrazione delle libere offerte dei cittadini”.
Senza l’aiuto del clero (35.000 sacerdoti in Italia di cui circa 130 in diocesi) e del presidio delle parrocchie (26.000 in Italia e 227 nella nostra Diocesi), non sarebbe possibile realizzare alcuna azione di solidarietà. Senza le gambe l’aiuto non arriva a chi ne ha bisogno.
20OttoxMille2Purtroppo negli ultimi tempi si è registrato un calo nel numero complessivo di firme. Come spiegare tutto ciò? In parte – rileva il diacono – è dovuto alla libera scelta di cittadini che hanno optato per non devolvere più il loro 8xmille alla Chiesa Cattolica. Ma sono una minoranza. Parte invece del calo è dovuto al fatto che chi non è più obbligato a presentare la dichiarazione, come certe categorie di pensionati, di solito non firma.
“Per questo rivolgo un appello: chi non è obbligato a presentare la dichiarazione ma vuole firmare per la Chiesa cattolica può rivolgersi, con il solo documento di identità, ad un centro CAF delle Acli o di altre sigle sindacali, oppure chiedere al proprio parroco, o rivolgersi al sottoscritto per ogni chiarimento. La firma, come si sa, è a costo zero, e non ha conseguenze per il contribuente, mentre può avere tanti risvolti positivi per la ripartizione dell’8xmille”.
Tante le opere realizzate anche nella nostra Diocesi grazie all’8xmille: si va dal restauro delle chiese dei nostri piccoli borghi, alla costruzione di nuovi edifici di culto, dall’ampliamento degli spazi parrocchiali per accogliere giovani alla solidarietà costante verso i più poveri e abbandonati. I fondi ricevuti – conclude Eschini – vengono rendicontati ogni anno dalle Diocesi, così come si fa nelle amministrazioni parrocchiali. Tutto avviene nella trasparenza e nel rispetto della dignità delle persone. I fedeli hanno il dovere di contribuire al sostentamento dei sacerdoti e alla realizzazione dei progetti di solidarietà: è questo un modo concreto di esercitare la virtù teologale della carità in un tempo segnato dall’egoismo e dall’indurimento del cuore.
Ai parroci si raccomanda di sensibilizzare i fedeli durante le celebrazioni e a rendersi disponibili, direttamente o tramite un loro incaricato, a raccogliere, per chi lo desidera, il modulo di delega inviato dalla CEI a tutte le parrocchie.
Per ogni informazione si può contattare il referente Dino Eschini al numero 340.6676287.