
Letteratura, film, fumetti
Come spesso, se non sempre, accade, attorno alle grandi epopee storiche si accumulano strati di narrazioni che rendono poi difficile la distinzione tra verità e invenzione: non fa eccezione quella della costruzione della ferrovia transcontinentale americana. Di essa hanno trattato diversi tipi di opere: dalla letteratura ai film, alla musica, ai fumetti; in gran parte riuniti nel genere ‘western’.
Il cinema ci propone veri e propri capolavori che ne hanno segnato la storia. Seguendo il succedersi della loro realizzazione, si può citare “Mezzogiorno di fuoco” di F. Zinnemann (1952) con una delle icone del western, Gary Cooper, nei panni di uno sceriffo che si ritrova ad affrontare da solo una banda di fuorilegge che sta per giungere (appunto in treno) in città, e l’affascinante Grace Kelly, ancora lontana dal diventare un’icona nel ruolo della principessa monegasca.
Altrettanto famoso “Un treno per Yuma” di D. Daves (1957), dove l’allevatore Van Heflin, in un crescendo di tensione, deve attendere il treno delle 3,10 per il penitenziario di Yuma, dove ha accettato di scortare Glenn Ford, qui nei panni del bandito. Assalti, rapine, sparatorie: tutto questo si ritrova in “Butch Cassidy” di G. Roy Hill (1969), incentrato su uno dei più famosi banditi che depredarono treni e diligenze durante l’epopea del West. A rendere mitico il film provvedono le star Paul Newman e Robert Redford.
All’italiano “C’era una volta il West” di Sergio Leone si accenna in altro articolo: un’epopea – la ferrovia – nell’epopea del Far West con grandi interpreti (una per tutti: Claudia Cardinale). Strada ferrata e treno fanno da cornice agli eventi collocati nel periodo conclusivo della corsa verso la nuova frontiera. L’avvento della ferrovia va a colpire soprattutto i pellerossa.
Già perseguitati per poter essere allontanati dalle loro terre, con l’avvento del “cavallo di ferro” – così era chiamato il nuovo mezzo di locomozione – vengono privati della loro fonte naturale di sostentamento: il bisonte. Cacciati in modo indiscriminato per essere usati come cibo per gli operai dei cantieri e disturbati dal rumore del treno, in breve i bisonti scompaiono dalle grandi pianure.
Su questi temi si sono scritti racconti e ideate tante storie per i fumetti. La rabbia dei pellerossa e la protervia dell’uomo bianco sono al centro di molti album di Tex Willer, il fumetto italiano ormai diventato un classico. Il destino delle ribellioni indiane è ben noto, ma le trame dei vari episodi sanno sempre conquistare l’interesse del lettore, come è confermato dalla storia illustrata in edicola proprio in queste settimane: “Il cavallo di ferro”, appunto. Infine, ancora un film sul treno utilizzato come mezzo di spostamento dagli hobos (i vagabondi per scelta) nel periodo della grande depressione del 1936.
“Questa terra è la mia terra” di H. Hashby (1976), narra la vita di Woodie Guthrie (con la grande interpretazione di David Carradine), figura leggendaria del folclore musicale americano, poeta e cantore dei poveri, sempre in movimento sui treni, da clandestino, da costa a costa, dal Nord al Sud.
(Antonio Ricci)