
Il cardinale al convegno dell’Ac diocesana. Il presidente dei vescovi italiani domenica era nei locali della parrocchia della Ss.ma Annunziata a Marina di Carrara. Tema: “Formare gli operatori pastorali oggi, qui”

Si rivolge a chi lo ascolta come un padre si rivolgerebbe ai suoi figli oppure come un nonno parlerebbe ai suoi nipoti; con fermezza e dolcezza il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della CEI, interviene al convegno diocesano “Formare gli operatori pastorali oggi, qui”, organizzato dall’Azione Cattolica, per celebrare i 30 anni del cammino formativo per gli operatori pastorali.
Siamo a Marina di Carrara, nei locali della parrocchia della Ss.ma Annunziata, sono presenti il vescovo Giovanni e il presidente diocesano dell’Ac, Marco Leorin; al convegno partecipa anche Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’associazione dal 1998 al 2004.
“L’Ac è sempre stata Chiesa in uscita – esordisce il cardinale – e oggi deve saper cogliere i segni dei tempi perché tutto sia occasione di annuncio del Vangelo”.

“Esiste un ‘regime di cristianità’ di cui c’è nostalgia – aggiunge – mentre lo spirito missionario che ci deve guidare serve a non rimpiangere il passato, ma ad accogliere il nuovo che avanza”.
Infatti, in riferimento alle recenti manifestazioni che hanno visto nelle piazze un milione di giovani chiedere misure urgenti contro i cambiamenti climatici, il cardinale saluta l’entusiasmo con il quale intendono affrontare questa situazione, auspicando come punto di riferimento l’enciclica sociale Laudato Si’.
Sul tema del convegno, il cardinale Bassetti spende parole forti, parlando della necessità di una formazione integrale dei laici per un umanesimo cristiano, “per fare coerenza tra la fede e la vita, per vivere l’oggi di Dio con passione cattolica”. Parlando invece del rapporto tra sacerdoti e laici dice che l’autorità nella Chiesa non deve essere un potere, ma piuttosto un custodire.
In questo senso, Bassetti attinge a piene mani dall’esortazione Evangelii Gaudium, invitando a riprenderla in considerazione nelle parrocchie, come naturale conseguenza del Concilio, al fine della conversione pastorale tanto auspicata da papa Francesco.
“Accompagnare, integrare, accogliere: sono tutti atteggiamenti che dobbiamo assumere se vogliamo rispondere alla nostra chiamata, nei confronti delle persone che incontriamo tutti i giorni: penso ai migranti, soprattutto, ma anche alle coppie di sposi, alle famiglie, ai giovani”. La pastorale della tenerezza, evocata spesso dal Santo Padre.
E ancora: “Siamo tutti chiamati a percorrere le vie dell’amore, ad aiutare le persone che ci stanno accanto a fare discernimento vocazionale, perché è Dio che chiama”. Altrettanto appassionato è l’intervento di Paola Bignardi che, sulla base della sua esperienza di presidente nazionale, esorta i laici a rischiare una visione di futuro “per sognare tutto quello che c’è ancora da costruire nella Chiesa e nel mondo”; mentre a riguardo della sinodalità come stile di cui si parla nella Chiesa italiana suggerisce che diventi una strada di fraternità tra clero e laici.
“C’è bisogno di laici – aggiunge – che abbiano il sapore della vita, che possano spendere la loro disponibilità nelle comunità, radicati nel Vangelo e che escano dall’anonimato e dalla freddezza”. Con questo appuntamento, l’Azione Cattolica Diocesana ha portato a termine una serie di iniziative durate per circa un mese, per mettere in luce il tema della formazione dei laici nelle parrocchie, nel 30° anniversario del cammino formativo degli operatori pastorali.
(df)