
Beretta (Opal): “Va rivista anche la legge sulle licenze per armi”
Dalla difesa “sempre legittima” al principio del “grave turbamento”. Sono queste alcune delle novità della legge votata al Senato, in attesa dell’esame del provvedimento alla Camera. Il SIR ha intervistato su questo argomento Giorgio Beretta, analista dell’Opal, l’Osservatorio sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa di Brescia.
L’Osservatorio, membro della “Rete Italiana per il Disarmo”, svolge attività di ricerca e di informazione sulla produzione e il commercio di sistemi militari e delle “armi leggere e di piccolo calibro”. Beretta mette in guardia sui rischi legati ad alcuni aspetti della legge così come è uscita da palazzo Madama.
Ecco che cosa cambia
Il testo della nuova legge sulla legittima difesa modifica in particolare gli articoli 52 e 55 del codice penale e riconosce “sempre” la sussistenza della proporzionalità tra offesa e difesa. Aggiunge, poi, un comma per il quale si considera “sempre in stato di legittima difesa” chi, all’interno del domicilio e nei luoghi ad esso equiparati, respinge l’intrusione da parte di una o più persone “posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica”.
Al domicilio sono equiparati i luoghi dove siano esercitate attività commerciali, professionali o imprenditoriali. Non è quindi necessario che il ladro abbia un’arma in mano, basta la sola minaccia di utilizzarne una e non serve la minaccia specifica “alla persona”.
Spese legali e patrocinio di chi si è difeso saranno a carico dello Stato.
Finora il permesso di armarsi e l’uso delle armi per la difesa in casa erano legati a un concetto di difesa legittima e proporzionata; l’introduzione della “presunzione di innocenza” per chi difende la proprietà, lasciando inalterate le attuali norme sul possesso di armi, afferma Beretta, espone al rischio di una corsa all’acquisto di armi.
“Già oggi, spiega, le armi in casa sono un grande pericolo. Secondo i dati del Viminale, nel 2016 ci sono stati 19 omicidi compiuti durante le rapine, mentre sono stati 46 gli omicidi di tipo passionale e familiare e 82 quelli per lite o rissa. Sono dati preoccupanti. Se gli italiani ricorrono alle armi, queste armi non vengono utilizzate soltanto per respingere un ladro, ma anche per compiere omicidi familiari, interpersonali e, in modo particolare, femminicidi”.
Sono in aumento le licenze per armi, soprattutto quelle per uso sportivo perché è una delle licenze più facili da ottenere anche se non si pratica alcuno sport.
“Se c’è un’arma in casa e si verificano dei problemi in famiglia, ribadisce lo studioso, l’arma non favorisce la sicurezza, ma anzi aumenta l’insicurezza soprattutto nei soggetti più deboli. Quindi, se si modifica la legge sulla legittima difesa, va assolutamente rivista anche la legge sulle licenze per armi”.
Una soluzione potrebbe essere rappresentata dall’introduzione di “una specifica licenza per difesa abitativa da concedere a chi ne ha i requisiti e per tipi di armi e munizioni non letali, a solo scopo difensivo.
Dall’altro, continua Beretta, le altre licenze dovrebbero essere concesse solo a chi effettivamente pratica la caccia o degli sport. Oggi, invece, è troppo facile ottenere una licenza per armi che permette di usare pistole con caricatori da 15/20 colpi o addirittura fucili semi-automatici. Lasciare nelle case queste armi e soprattutto le munizioni non serve certo a aumentare la sicurezza”.
Attualmente per detenere un’arma occorre essere incensurati, non soffrire di problemi psichici, non avere dipendenze croniche (droga o alcol), fare un esame presso l’Asl e un esame di maneggio delle armi. Dopo di che si possono tenere in casa tre armi comuni, 12 armi di tiro sportivo (sono armi come le altre) e un numero illimitato di fucili da caccia.
“Queste licenze, spiega Beretta, durano cinque anni, ma in questo lasso di tempo la situazione della vita delle persone può cambiare rapidamente. A volte accade che la mancanza di comunicazione tra i medici e i diversi enti preposti faccia sì che persone sottoposte a trattamento sanitario obbligatorio per cure psichiche continuino a detenere armi. Beretta conclude così: “A chi ha armi per uso sportivo o per la caccia non dovrebbe essere permesso tenere in casa le munizioni e se si vogliono tenere in casa delle armi per difesa abitativa, va stabilita una specifica licenza per quel tipo di armi e munizioni che non devono essere letali”. Possedere armi non riduce il rischio rapine perché i malviventi, sapendo che ci sono le armi, arrivano armati e per prima cosa prendono le armi presenti in casa, che saranno usate per ulteriori furti e rapine a mano armata. Questo porta ad una maggiore sicurezza?