
Dopo la scossa di mercoledì scorso (con la protesta degli studenti del “Malaspina”) e i problemi della mensa al “Ferrari”

Settimana agitata per quanto concerne le scuole a Pontremoli. Infatti, nel giro di pochi giorni ci sono state due forti forme di contestazione: prima gli studenti del liceo “Malaspina” sulla sicurezza dell’edificio, a seguito di una scossa di terremoto, poi i genitori degli alunni delle Scuole medie “Ferrari” sul servizio mensa.
Partiamo dagli studenti delle Superiori che, dopo la scossa di magnitudo 2.8 registrata mercoledì 10 ottobre, hanno manifestato di fronte alla scuola sottolineando come, nonostante il terremoto “non abbia apparentemente prodotto lesioni strutturali al nostro edificio”, tuttavia “ha causato in tutti noi studenti insicurezza e paura e ci porta pertanto a chiedere chiarimenti e delucidazioni all’amministrazione”. I ragazzi ricordano cosa è successo negli scorsi mesi, quando “è arrivata la comunicazione, da parte degli organi competenti, che l’edificio che ospita la nostra scuola, non ha i requisiti minimi necessari per resistere alle sollecitazioni sismiche, come, per altro, molti altri edifici scolastici della provincia. Riteniamo che tutti gli edifici pubblici, in particolare le scuole, dovrebbero essere luoghi sicuri, dotati di sistemi antisismici all’avanguardia onde permettere ad insegnanti e studenti una tranquilla e serena attività didattica”. C’è stato poi un incontro tra una delegazione di studenti ed il capogruppo di maggioranza Jacopo Ferri che ha provato a tranquillizzare studenti e famiglie: “L’edificio ha 70 anni e non può rispondere totalmente ai criteri antisismici fissati da una normativa del 2008, ma per i tecnici la scuola può essere utilizzata così come tante altre”. Il capogruppo ha poi ricordato come il progetto di abbattimento e ricostruzione sia al secondo posto nella graduatoria regionale per i finanziamenti e quindi dovrebbe poter accedere agli stanziamenti necessari per dare via all’opera.

Per quanto riguarda la mensa scolastica, sono due in particolare gli eventi che hanno indotto genitori ed alunni a manifestare il loro disappunto sul servizio. Il primo si è verificato giovedì 4 ottobre, quando alcuni ragazzi della Scuola media si sono accorti della presenza di alcuni “bachini” nel riso. Pochi giorni dopo, lunedì 8 ottobre, invece la segnalazione ha riguardato un piatto di pesce, che, secondo il racconto degli alunni, sotto l’impanatura avrebbe evidenziato uno stato di pessima conservazione del cibo, con anche un forte e cattivo odore. Per questo motivo, coadiuvati dai genitori, alcuni alunni hanno deciso di inscenare una protesta: alcuni pranzando a casa, altri portandosi in mensa un panino.
Mercoledì 10 ottobre, per dare una risposta a questa problematica, si è riunita la Commissione Mensa, formata dai titolari della “Cristoforo Società Cooperativa Sociale” (la società di Pontassieve che dal primo ottobre gestisce il servizio), dal sindaco Lucia Baracchini, dal personale dell’ufficio scuola e dalla componente genitori e insegnanti dell’istituto. A seguito di quell’incontro è stato deciso, notando i problemi che sono stati segnalati nei giorni precedenti, che i fornitori verranno cambiati, affidandosi soprattutto a commercianti locali per quanto concerne pesce, carne, frutta e verdura e ad un fornitore di Pistoia (che già da anni collabora con la cooperativa) per quanto riguarda i prodotti di panetteria. Decisioni ribadite da Irene Rotelli, referente della “Cristoforo Società Cooperativa Sociale”: “Saranno introdotti prodotti Bio e Km.zero come indicato da nostro progetto; il nostro dietista, in accordo con il Comune, provvederà ad effettuare delle variazioni all’interno del menù al fine di renderlo più appetibile; nel corso dell’anno saranno previsti 3 percorsi formativi di educazione alimentare, differenziati per ordine e grado di scuola”.
Per quanto concerne i due episodi incriminati, inoltre, la Rotelli sottolinea come il riso fosse “stato contaminato dal “punteruolo del grano. In questo caso, le uniche azioni correttive in nostro possesso, prontamente messe in atto, sono state quelle di comunicare al personale nel refettorio di buttare via il riso e controllare la confezione rimanente in dispensa”; per il pesce, “il prodotto, in confezioni integre, regolarmente etichettato e con data di scadenza conforme, non presenta segni alcuni di deterioramento, né dal punto di vista olfattivo, né visivo” e si provvederà ad effettuare “un’analisi su un campione di pesce ancora in nostro possesso”. E conclude assicurando che “l’obiettivo primario del nostro lavoro è la salute dei bambini e lavoriamo per garantirla”.
Nel frattempo, lunedì 15 ottobre, c’è stato il controllo da parte dei N.a.s. di Livorno che non hanno riscontrato irregolarità.
Chi non ci sta a derubricare la vicenda come semplice incidente di percorso è il gruppo di opposizione in Consiglio comunale “Open Pontremoli” che, in un’interrogazione inviata all’amministrazione, afferma: “Gli episodi accaduti negli scorsi giorni sono fatti gravissimi ed anche il goffo tentativo di spostare l’attenzione sul futuro, facendo promesse roboanti e dichiarazioni d’intenti, appare l’ennesimo tentativo di gettare fumo negli occhi di genitori e insegnanti”. Secondo il gruppo di opposizione “anche se il prodotto fosse già arrivato avariato in cucina, non doveva essere cucinato né tantomeno in alcun modo servito ai bambini. Vuol dire che c’è stata una mancanza di attenzione da parte di chi doveva controllare la qualità del prodotto o, peggio ancora, non esiste una figura responsabile della qualità e della salubrità del cibo che viene servito tutti i giorni ai nostri figli”. Il documento si chiude chiedendo “risposte chiare e concrete da parte del sindaco e che si accertino le responsabilità dei gravi fatti occorsi. E come gesto simbolico (e diremo dovuto) chiediamo che vengano rifusi alle famiglie i due pasti in cui sono state servite ‘schifezze’ ai nostri bambini”. (r.s.)