
La settimana di settembre in esame ha visto il passaggio di testimone da aria più asciutta ad aria più umida, mentre le temperature erano superiori alla norma e tali sono rimaste. In definitiva, quindi, andava meglio prima per gli umani e… va meglio adesso per i funghi!
Si sono verificate buone nascite grazie al clima caldo e di nuovo più umido, pur in presenza di precipitazioni inferiori alla norma; la loro buona distribuzione, anziché la concentrazione nello spazio e nel tempo, è stato un ulteriore elemento che ha giocato a favore della ‘buttata’ dei prelibati miceti. Poi, chissà, un po’ di merito sarà da ascrivere pure alla fase lunare.
Il ritorno di cielo nuvoloso per alcune ore della giornata e dell’aria via via meno asciutta rispetto alla settimana precedente si evince dalle escursioni meno ampie fra la notte e il dì.
All’inizio della seconda decade, il divario tra minima e massima temperatura giornaliera aveva raggiunto e, nel più basso fondovalle, superato persino i 20 gradi; negli ultimi giorni, al contrario, essa si è contenuta entro i 15 gradi tra gli estremi termici dell’alba e del primo pomeriggio.
La ventilazione si è mantenuta debole, talora più vivace, sempre a regime di brezza con il contributo di correnti sinottiche di provenienza marina.
Ben poca cosa le precipitazioni, legate ad infiltrazioni di aria più instabile che, in qualche caso, è sfociata in brevi temporali, rovesci o anche solo piovaschi per lo più in orario pomeridiano e spesso confinati ai rilievi appenninici. Martedì pomeriggio un forte rovescio ha interessato Pontremoli.
Le temperature, costanti nel loro surplus rispetto alla norma senza tuttavia eccellere in singoli primati, stanno “mettendo da parte”, risparmiando sui picchi isolati per produrre piuttosto una media consistente in grado di situare questo settembre fra i più caldi delle serie storiche. A tal riguardo, naturalmente, dovrà ‘tenere duro’ anche la terza decade.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni