
Fogli anarchici. Dalle recenti ricerche di Marco Angella
Desta una certa sorpresa che, in un territorio piccolo e marginale quale la Lungiana storica, ci sia stata molta vivacità politica su tutti i fronti ideologici e sociali a inizio del Novecento: Marco Diaferia avviò una ricerca sull’ anarchismo in Lunigiana, pubblicata sul Corriere Apuano del 2 marzo 1996; Marco Angella si è unito per altre indagini bibliografiche ed archivistiche sul tema.
Sono tante le documentazioni per l’analisi, non esaurite data la loro ampiezza. Richiamiamo qui la sintesi di due articoli che Angella ha pubblicato sulla rivista spezzina “Il Porticciolo”, anno IX, n. 3 e 4 2016. Negli anni intorno alla Grande Guerra uscirono giornali e riviste di tenore socialista e anarchico, quasi a contraltare alla voce dei cattolici espressa sul Corriere Apuano fondato nel 1907.
Sindaco di Pontremoli dal 1910 al 1920 fu Pietro Bologna del partito socialista, che aveva avuto il suo strumento locale di comunicazione nel foglio “La Terra”, nato nel 1898, soppresso dopo 9 numeri, riprese le pubblicazioni dal 1904 al 1912. Negli anni di grandi tensioni prima e durante la guerra, la voce dei socialisti neutralisti si fece sentire fino al 1916, sopravvivendo alla censura, su “La Battaglia”, nato a Carrara nel 1901, nel 1914 diventa settimanale in 3.000 copie dei socialisti dei paesi del marmo e della val di Magra.
Continui i contrasti col Corriere Apuano nell’analisi delle vicende pontremolesi (elezioni amministrative, costruzione del ponte Zambeccari, comizi del sindaco Bologna). La linea del giornale era denunciare la follia della guerra e l’emergenza del rimpatrio forzato degli emigranti, molti ridotti in condizioni di povertà assoluta. Compaiono scritti polemici contro la Confraternita della Misericordia impegnata a preparare le cure per i feriti, invece di “avversare la guerra che ci darà i feriti”, forte l’attacco contro le crocerossine “molte isteriche in cerca di facili emozioni”!
Ce n’è anche per l’interventismo di Camillo Cimati, ironizza contro Alceste De Ambris presente a Pontremoli che disertò una riunione del Circolo Operaio contro la guerra preferendo “le libagioni del buon vino pontremolese”.
Molto rilievo è dato alla festa del 1° maggio celebrata dal circolo dei socialisti dell’Annunziata e dei macchinisti e fuochisti ferrovieri. C’era anche rispetto per chi aveva idee politiche diverse ma era stato coerente e vittima della guerra (Filippo Corridoni interventista rivoluzionario, fra i locali Francesco Magnavacca uno dei primi morti in battaglia). Il giornale fino a febbraio 1916 pubblicò la lunga lista dei caduti, prigionieri, dispersi. A Pontremoli uscirono 4 numeri de “L’alba libertaria”, sottotitolato “Periodico di propaganda femminile anarchica”, da febbraio a maggio 1915 in linea con la mobilitazione mossa dal Convegno nazionale anarchico del gennaio a Pisa contro la guerra e le classi borghesi e militariste; promoveva comizi e movimenti contro la disoccupazione, il caro viveri e mirava al progetto soreliano dello sciopero generale prima protestatario poi insurrezionale. Al Convegno anarchico della Spezia del 1913 in rappresentanza pontremolese andò Pietro Gori.
Tanti titoli della stampa periodica locale di un secolo fa
Tanti i giornali nati a Pontremoli e Lunigiana tra Otto e Novecento, di essi è rimasto vivo solo Il Corriere Apuano. Nuove conoscenze sono venute da tre incontri tenuti nel 2011 e pubblicate dalla regione Toscana nel 2013. L’elenco si apre con La Terra, sostiene idee socialiste soprattutto riformiste. Nel 1904 antitetici i due numeri unici Satana e Vade retro Satana. Fa campagna elettorale per Pietro Bologna Risveglio Proletario, in competizione Camillo Cimati per 4 anni fa stampare A noi! Nel 1906 esce la rivista di arte, storia e filosofia Apua Giovane, solo un numero. Nel 1907 il nostro Corriere Apuano; nel 1910 Lunigiana di M. Giuliani, tratta temi regionali di etnografia, linguistica, storia. Nel 1913 i 5 numeri de La Nostra Pelle socialista, in polemica con La Terra, denuncia i pericoli del polverificio di Boceda. Di Alba Libertaria, La Battaglia, delle cronache anarchiche pontremolesi su Il Libertario si legge qui accanto. Nel 1922 uscirà a Pontremoli Il Proletario in 5 numeri legati all’area anarco-futurista spezzina. Erano anni inquieti vissuti con fervore da cittadini impegnati su posizioni politiche contrapposte con riferimento al variegato socialismo, anarchismo, liberalismo monarchico e repubblicano e mondo cattolico, non ancora collegato a un partito, ma partecipe dopo il Patto Gentiloni del 1913. Erano anni anche di molti comizi, di adunate in piazza, di scioperi, di cui non era riconosciuto il diritto ma tollerati dai governi del liberale Giolitti. Furono, e rimangono, manifestazioni sostanziali di libertà di pensiero, ma degenerarono in propaganda violenta ed eversiva almeno in due momenti cruciali della nostra storia. Nei mesi che precedettero l’ingresso dell’Italia in guerra la mobilitazione urlante della piazza prevaricò la sovranità popolare, che sempre deve essere esercitata nelle forme della delega parlamentare. La maggioranza degli italiani rappresentata nel Parlamento era contro l’intervento in guerra (trattative miravano a rendere italiane le terre irredente senza fare guerra), invece vinse la piazza ben manipolata da abili propagandisti: gli storici parlano di colpo di stato tramato dal re: fu guerra, vinta ma a che prezzo! La democrazia diretta è una mistificazione e una manipolazione: fu così per l’avvento del fascismo arrivato al potere e sostenuto con l’appello costante alla piazza. Oggi ci sono le piazze virtuali invase da slogan, cinguettii: sono pericolose, privano le persone del rapporto caldo, dell’ascolto e dello sforzo di una risposta critica. (m.l.s.)
“L’Alba libertaria”, con in redazione molte donne, era diffuso in tutto il centro nord, aveva taglio internazionale ma non trascurava la cronaca locale. Dei 4 numeri pubblicati a Pontremoli gerente responsabile fu il calzolaio di Mignegno Giovanni Romiti. Una trentina i pontremolesi anche emigrati (due fratelli di Valdantena in California, Dante Armanetti operaio a Torino, combatterà in Spagna) del movimento anarchico si espressero con un centinaio di corrispondenze su ”Il Libertario” tra i più diffusi fogli anarchici italiani; gran polemista fu il Romiti che nel 1914 fece la festa anarchica a Mignegno, ma di instabile militanza perché nel 1923 chiese iscrizione al PNF.
Dagli anarchici si distaccò Ernesto Bardi interventista legato a De Ambris. Con l’ingresso in guerra molti periodici chiusero, anche “Il libertario”, tornerà nel 1919. Giornali, adunate di piazza,comizi e scioperi, garanzie di libertà di pensiero purché non degenerino in slogan di propaganda.
Maria Luisa Simoncelli