A Bagnone la solennità della S. Croce con il card. Ernest Simoni

Una devozione che dura da cinquecento anni. Inaugurati i lavori alla facciata della chiesa

19Santa_Croce_Bagnone1Con la partecipazione del card. Ernest Simoni è stata celebrata a Bagnone la solennità di Santa Croce.
Le prime notizie della devozione dei bagnonesi verso la reliquia della S. Croce risalgono al 1527 quando un’epidemia di peste bubbonica infierì nella vallata. Negli anni 1854-55 la zona fu nuovamente colpita dal colera e il Consiglio comunale di Bagnone, all’unanimità, istituì la festa votiva da celebrarsi a spese del Comune il 3 maggio per la durata di un secolo, rinnovata sempre per cento anni nel 1956. Nel 1722 la reliquia venne collocata nella chiesa prepositurale di San Nicolò.
Giovedì 3 maggio, per la tradizionale ricorrenza della festa votiva, la S. Messa delle ore 17 è stata presieduta dal cardinale Simoni affiancato dal nostro vescovo mons. Giovanni Santucci, dal parroco di Bagnone don Marco Giuntini, altri confratelli, diaconi e chierichetti. In apertura del sacro rito il vescovo Giovanni ha salutato e presentato il cardinale Simoni la cui vita, in Albania, sotto il regime comunista, è stata segnata da esperienze durissime, compreso il carcere ed i lavori forzati. Rischiando, più volte, di morire senza mai tradire la fede nel Cristo morto e risorto.
19Santa_Croce_Bagnone3Costretto a celebrare l’Eucarestia usando mollica di pane e qualche acino d’uva, quando era possibile reperirli. Il 21 settembre del 2014 ebbe la gioia d’incontrare Papa Francesco in visita apostolica in Albania. Il Santo Padre, a conoscenza del lungo calvario vissuto dal sacerdote Ernest, oggi 91enne, lo ha nominato cardinale nel 2016. “La glorificazione di Cristo, ha detto il presule, passa attraverso il supplizio della Croce e l’antitesi sofferenza-glorificazione diventa fondamentale nella storia della Redenzione. Gesù, incarnato nella sua realtà concreta umano-divina, si sottomette volontariamente all’umiliante condizione di schiavo e l’infamante supplizio viene tramutato in gloria imperitura. Così la Croce diventa il simbolo ed il compendio della nostra fede”.
Erano presenti il sindaco Carletto Marconi, con la giunta al completo e i consiglieri di minoranza, che ha offerto la cera votiva nel solco della tradizione; le Confraternite del territorio con i loro labari ed i rappresentanti delle locali associazioni. Appropriati i canti da parte del Coro “San Nicolao” diretto da Pierfrancesco Carnesecca. A seguire la processione per le vie cittadine alla presenza della Filarmonica S. Cecilia.
Dopo la benedizione finale, in piazza Marconi, è stato offerto un lauto rinfresco preparato, come la raffinata cena, con la sorpresa dei testaroli conditi con ottimo sugo di pesce, dagli alunni dell’Alberghiero “Pacinotti” sotto la guida dei docenti.
Durante la festa è stata anche inaugurata la facciata della chiesa parrocchiale riportata agli antichi splendori grazie alla competenza della Ditta “La Volta” di Roberto Benettini di Pallerone. Lavori importanti durati alcuni mesi e realizzati con i contributi elargiti (circa 50mila euro) dalla Conferenza episcopale italiana. Ripulita pure la statua di S. Nicolò di grande effetto quando si accendono le luci della sera.

Ivana Fornesi