Cyberbullismo: educare per prevenire gli abusi

Il 7 febbraio sarà la Giornata della lotta al cyberbullismo

cyberbullismoIl 7 febbraio sarà la seconda Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola, promossa dal Ministero dell’Istruzione, che sulla prevenzione di questi gravi fenomeni ha emanato Linee di orientamento in attuazione della legge 71 del 2017.
Secondo i dati Censis 2016, più del 52% dei giovani fra gli 11 e i 17 anni subisce una qualche forma di abuso, quasi un ragazzo su cinque è vittima di soprusi una  volta al mese. Alla domanda inserita dal MIUR nelle prove INVALSI dell’anno scolastico 2014-15 – “Quanto spesso durante l’anno scolastico ti è capitato di subire comportamenti aggressivi quali prese in giro, esclusione, insulti, violenza fisica?” –  i giovani studenti hanno risposto facendo emergere dati che fanno suonare più di un campanello di allarme: nella Primaria, il 59% ha risposto “ogni tanto”, l”11% “con cadenza settimanale”, il 10% “giornalmente”; nella scuola Secondaria di primo grado, il 48% “ogni tanto”, il 12% “con cadenza settimanale”.
Di questo argomento scottante si è discusso nell’incontro di formazione “Allenarsi a prevenire il bullismo e il cyber bullismo” tenutosi lo scorso 22 gennaio a Pontremoli e promosso dalle sezioni UCIIM di Pontremoli ed Aulla in collaborazione  con gli IIS “A. Pacinotti” e “P.Belmesseri” e gli IC “P. Ferrari” e “G. Tifoni”, organizzati in rete. La prof.ssa Patrizia Zito, consigliera nazionale UCIIM, ha introdotto la dott.ssa Caterina Spezzano, dirigente tecnica del MIUR e formatrice della stessa associazione, che si è rivolta ai docenti dei diversi gradi di istruzione riuniti insieme.
Rientrando il bullismo e il cyberbullismo nei comportamenti antisociali – è stato detto – il compito degli educatori non è tanto contrastare il fenomeno quanto di trovare strategie mirate alla prevenzione di tali atteggiamenti, promuovendo le competenze sociali e relazionali delle Life Skills (le cosiddette “competenze che portano a comportamenti positivi”) anche con l’utilizzo di metodologie quali la Peer Education ( o “educazione tra pari”).
La relatrice ha, poi, delineato le caratteristiche dei diversi attori coinvolti in tali comportamenti – il bullo, la vittima, gli spettatori – e ha dato indicazioni su come individuare tali fenomeni sia a scuola sia in famiglia. Soprattutto ha dato indicazioni per prevenire e contrastare tali atteggiamenti di abuso, partendo dall’indagine del fenomeno e da una attenta attività di controllo per giungere alla formulazione di regolamenti chiari e condivisi e a momenti informativi per gli studenti e di formazione per i docenti e le famiglie. I partecipanti al corso sono stati coinvolti direttamente in esempi di laboratori da proporre in classe; questo in vista dell’avvio di un percorso che proseguirà in modo concreto a scuola con i ragazzi e che sarà seguito a distanza dalla dott.ssa Spezzano.

(r.m.)