
Si è svolto a Pontremoli il convegno sul priore di Barbiana organizzato dall’Istituto Storico della Resistenza e la partecipazione degli studenti di “Belmesseri” e “Malaspina”.
Hanno partecipato Emanuele Rossi, (costituzionalista, prorettore della Scuola Superiore S. Anna di Pisa) e Mario Lancisi (giornalista e scrittore).
Sono state le note della canzone “I care” ad accompagnare le relazioni sulla figura e l’opera di don Lorenzo Milani che ragazze e ragazzi degli Istituti “Belmesseri” e “Malaspina” hanno illustrato venerdì mattina sul palco del “Manzoni” a Pontremoli. L’occasione è stata il convegno “Don Lorenzo Milani e la Costituzione” organizzato dall’Istituto Storico della Resistenza Apuana all’interno della Settimana promossa dalla Regione Toscana con la rete regionale degli Istituti Storici sul tema “La Costituzione degli Italiani, cittadini e lavoratori”. La canzone portata alla ribalta quindici anni fa da Alessandro Baldi con quel “I care” (“mi interessa, me ne importa” come ripeteva don Milani in contrapposizione al “me ne frego” fascista) resiste alle insidie del tempo e per i giovani delle ultime classi di due degli Istituti Superiori pontremolesi ha rappresentato nel migliore dei modi la sintesi di un lavoro durato tutto un mese e che, per alcuni di loro, continuerà nel corso dell’anno scolastico.
Le classi 5a A “Scienze Umane” e 5a A “Linguistico” del “Malaspina”, con le insegnanti Manuela Angella e Tiziana Cinquanta, hanno proposto un breve video introduttivo, i risultati della ricerca “Zoom su Barbiana”, alcune riflessioni storiche sulla Costituzione Italiana e sulla scuola di don Milani. Le classi 3a cat, 3a afm/sia, 3a tur e 5a sia del “Belmesseri”, con le insegnanti Francesca Bertocchi, Cristina Felini, Sonia Garofalo e Donatella Pelliccia, hanno raccontato l’esperienza della loro recente visita in quella che hanno voluto definire “la nostra Barbiana” sintetizzando il loro lavoro nel tema “L’attualità di don Milani”.
Per tutti il confronto con la complessa figura del priore di Barbiana sembra essere stata davvero “un’esperienza di vita”, così come l’aver potuto ascoltare le lezione che il prof. Emanuele Rossi ha tenuto nei due istituti nelle scorse settimane non può non aver contribuito ad aprire un mondo per molti davvero poco conosciuto. Il lavoro in classe, sia pure nel breve lasso di tempo tra l’inizio dell’anno scolastico e la data del convegno, è stato proficuo almeno a giudicare le belle relazioni svolte e anche qualche piccolo “colpo di teatro” come i leggeri accordi di chitarra suonata dal vivo che hanno accompagnato alcuni momenti sul palco. Un mese di lavoro impegnativo, arricchito anche dalla possibilità di assistere alla proiezione di “Barbiana 65” il documentario presentato all’ultima mostra del cinema di Venezia e realizzato con le uniche interviste mai rilasciate da don Milani un paio d’anni prima di morire. Tante sollecitazioni insomma per un bel gruppo di un centinaio di giovani, ai quali sarà anche proposto di partecipare al progetto della Fondazione Don Lorenzo Milani di Firenze per la realizzazione del percorso della Resistenza e della Costituzione a Barbiana lungo la strada per il monte Giovi.
“Oggi un cammello è passato dalla cruna dell’ago”
In una biografia Mario Lancisi punta su 8 date per dire chi era don Lorenzo Milani. 1923 nasce da famiglia ricchissima, colta, agnostica se non atea, in parte ebrea, è un ribelle. 1943 diventa cristiano e vuol seguire radicalmente Cristo. 1947 entra in Seminario, si crea inimicizie, lo mandano a Calenzano in aiuto al parroco. 1954 in esilio a Barbiana. 1958 esce l’unico libro Esperienze pastorali che anticipa le istanze del Concilio di mettere al centro l’uomo e non la Chiesa, libro scomodo, ritirato. 1965 scrive una Lettera ai cappellani militari a sostegno del diritto all’obbiezione di coscienza dei renitenti alla leva obbligatoria per dare servizio civile. E’accusato di viltà, processato e condannato. Scrive una Lettera ai giudici in cui distingue il maestro, che mira a formare il senso di legalità e giustizia, dal giudice ossequiente a articoli di codice.
Obbedire non sempre è virtù, ci vuole anche responsabilità e il coraggio di dire no. 1966 è assolto. 1967 muore accanto alla madre e ai suoi ragazzi. Emanuele Rossi ha ricordato che don Lorenzo morente disse che in lui si era compiuto il miracolo del cammello che passa per la cruna dell’ago, del ricco che entra in Paradiso. Difendere la Costituzione è fare il prete e fare scuola: questo è don Milani. L’Italia aveva da un secolo lo Statuto albertino, ma non era radicato nella mentalità dei funzionari e dei giudici, non serviva, indicava delle norme programmatiche ma applicabili dopo decreti legislativi, infatti, pur restando in vigore, fu violato radicalmente dal fascismo. La Costituzione repubblicana fu insegnata ai ragazzi di Barbiana per difendere i loro doveri e diritti; frutto di una storia dolorosa, fu il primo segno di rinascita, richiesta dal popolo, legata al Vangelo, da secoli attesa dai movimenti cattolici, difende la libertà di pensiero, il valore dell’uguaglianza da intendere fare pari tra diversi “eliminare i poggi e riempire le buche” e “rendere ogni anima un universo di dignità infinita”: così anche recita il Vangelo.