Sul Monte Cucchero un campanile voce di nove paesi

Valdantena. Un’iniziativa portata avanti dagli abitanti della vallata

Inaugurazione-Campanile-del-CuccheroLa capacità delle nostre convalli di offrire occasioni di incontro e di scoperta è talmente grande che a volte ti stupisci di quello che scopri, magari casualmente. Così, fermarsi al passo del Righedo e prendere il sentiero che si allunga quasi sul vuoto verso la valle del Magra, su una delle tante, troppe varianti della Via Francigena, ti porta a scoprire che, sulla pelata terminale del contrafforte montano che raggiungi prima di scendere verso Cavezzana, il Monte Cucchero, è stato costruito un piccolo campanile alla base del quale in bella vista, incisi su massi di arenaria, compaiono, assieme ai loro campanili, i nomi dei paesi e delle località di Cargalla, Cavezzana d’Antena, La Cisa, Gravagna Montale, Gravagna San Rocco, Montelungo, Pracchiola, Succisa e Valdantena. Un piccolo monumento il cui valore va ben oltre la dimensione, voluto per essere voce unificante di nove comunità che hanno la ventura, tempo permettendo, di ascoltare in lontananza le voci reciproche dei loro campanili, ora assemblate in una alla bisogna. Il manufatto non è cresciuto per caso, ma dalla precisa intenzione di alcuni volontari che si sono sobbarcati l’onere di realizzarlo con non poco impegno sull’idea di Mauro Zammarioni, sostenuta dall’intuizione di Fratel Giuseppe Maestri, da poco scomparso, che vide proprio sul Cucchero il luogo ideale per dare corpo all’iniziativa. Alla base, la capacità di Fabio Bagatta che ha messo a disposizione tutta la sua esperienza per riuscire nell’impresa.

campanile-monte-cuccheroNon è stato un caso allora se, lo scorso agosto, per la cerimonia di inaugurazione del campanile il Monte Cucchero abbia accolto oltre duecento persone che hanno assistito alla S. Messa celebrata da Mons. Antonio Costantino Pietrocola che, nell’omelia, ha ricordato il senso più vero dell’incontro, sostenuto poi dagli interventi dei sindaci di Pontremoli e Berceto, Lucia Baracchini e Luigi Lucchi, ad esaltare quel valore di comunità che solo la montagna sa creare e conservare, anche se i nostri paesi sono sempre più vuoti. A dare maggior valore all’evento, che sarà ribadito ogni anno, l’istituzione di una borsa di studio di 2.000 euro, dovuta alla generosa disponibilità di Zammarioni, che si ripeterà nel tempo e quest’anno assegnata, come da regolamento, a due giovani appartenenti alle comunità coinvolte, Lucia Beccari di Groppodalosio e Giovanni Chiodi di Succisa che, grazie al contributo, potranno affrontare più agevolmente gli studi universitari. Ora, ritrovare il Cucchero come occasione di una scampagnata autunnale diventa quasi un dovere, certi che seduti all’ombra del solenne manufatto sarà come ascoltare la miriade di voci che salgono dalle convalli per condividerne il desiderio di sentirsi uniti ed apprezzare ancora più a fondo l’incredibile fascino della nostra terra. (l.b.)