Settimana sociale. Furlan (Cisl): “Più partecipazione per rimettere al centro il lavoro”

40giovani_lavoroAlla vigilia dell’appuntamento della Settimana sociale di Cagliari, l’Agenzia SIR ha intervistato Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, che parteciperà all’assise sarda.
Gli aggettivi riferiti al lavoro presenti nel tema della Settimana – libero, creativo, partecipativo, solidale – sono riconosciuti dalla leader sindacale tutti “importanti e significativi”, anche se il più rilevante è la partecipazione perché “il fondamentale riconoscimento giuridico della libertà e della dignità della persona trova nella partecipazione il suo vero presidio.
La partecipazione è la base e la garanzia di una vera democrazia, il modello economico vincente per poter contrastare le distorsioni della globalizzazione della produzione, dei mercati, della società”. Piena la condivisione degli appelli del Papa “a rimettere al centro dell’impegno delle istituzioni, della politica e del mondo sociale il tema del lavoro e dello sviluppo”. “Abbiamo ancora tre milioni di disoccupati, molti dei quali sono giovani – aggiunge la Furlan – per questo abbiamo chiesto alla politica di affrontare seriamente il tema dell’occupazione giovanile, di favorire gli investimenti pubblici e privati, offrire un sostegno concreto alle aree deboli e svantaggiate del Paese, a partire dal Sud”.
Riguardo alle pensioni, la segretaria generale afferma di “non voler favorire i conflitti generazionali”. “Il tema delle pensioni – dice – riguarda tutte le generazioni perché il combinato disposto tra il nuovo sistema contributivo e l’aspettativa di vita penalizza soprattutto i giovani. Per questo abbiamo fatto l’anno scorso un accordo con il Governo incentrato proprio sul principio della solidarietà tra le generazioni… ora chiediamo che sia applicata anche la seconda parte di quell’accordo che prevede una pensione di garanzia per colmare i buchi previdenziali dei giovani”.
Sul tema dell’occupazione giovanile la Furlan sostiene che “non si affronta a colpi di slogan o con misure assistenziali. Non basta cambiare le regole del mercato del lavoro ogni due o tre anni”. Occorre favorire una nuova occupazione di qualità, far ripartire la domanda, in particolare quella interna. “Solo in questo contesto si possono promuovere politiche volte a favorire l’ingresso stabile dei giovani nel mercato del lavoro, recuperando i divari con gli altri Paesi europei e riducendo il divario Nord-Sud”. Più in generale, al centro di tutti i processi produttivi bisogna sempre mettere la persona, i suoi bisogni, il suo rapporto con il territorio e le comunità, lo sviluppo dei servizi sociali, il welfare.