È emergenza incendi (spesso dolosi) anche in Val di Magra

Il periodo siccitoso favorisce l’insorgere di roghi boschivi. Record di interventi dei  Vigili del Fuoco in Lunigiana. In Regione sono stati segnalati 216 incendi nel solo mese di luglio. In Lunigiana quattro interventi dei Vigili del Fuoco solo nello scorso fine settimana

incendio20Saranno i climatologi a inquadrare da un punto di vista meteorologico l’estate che sta volgendo al termine. Certamente il prolungarsi dell’assenza di precipitazioni ha contribuito in maniera determinante ai numerosi incendi boschivi verificatisi: la Regione Toscana ha registrato, per il solo mese di luglio, ben 216 incendi boschivi che hanno percorso circa 955 ettari di bosco, un numero di incendi che è pari a circa due volte e mezzo la media del quinquennio 2012 -2016 (88 incendi si sono mediamente sviluppati a luglio negli ultimi cinque anni). In Lunigiana, soltanto nell’ultimo week end i Vigili del Fuoco e le squadre anti incendio sono intervenuti a Barbarasco dove hanno preso fuoco alcune sterpaglie, non lontano dalle strutture del parco fiera che fortunatamente non sono state toccate dalle fiamme, a Gassano per domare un rogo divampato sulle colline a ridosso della stazione ferroviaria, nella zona di Filattiera e soprattutto al Cerreto, dove sono state necessarie dodici ore per avere ragione delle fiamme divampate sulla Nuda, con i Vigili del Fuoco che, utilizzando anche la seggiovia delle piste da sci, sono saliti fino a quota 1.720 metri per limitare il fuoco giunto a soli 150 metri dal Rifugio La Piella. Ma allargando l’orizzonte temporale, la lista degli incendi in provincia è molto lunga. Già il 14 marzo, al termine di un inverno particolarmente siccitoso, le fiamme divorarono 40 ettari di bosco sul Monte della Brugiana, a Massa. Altri interventi di spegnimento, che spesso hanno impegnato anche gli elicotteri della Regione si sono verificati a Castello, nello zerasco, il 9 luglio e a Montignoso, nella zona della Fortezza Aghinolfi, il 3 agosto.

incendio11Uscendo dai confini provinciali ma rimanendo nel bacino idrografico del Magra, vanno segnalati l’imponente incendio che divampato a Bocca di Magra ha lambito il Monastero di Santa Croce e il sentiero di Punta Corvo, il 9 luglio, i 30 ettari (su un fronte di fuoco di 5 chilometri) bruciati a Rocchetta Vara per 4 giorni a partire dal 31 luglio, le fiamme che hanno distrutto i boschi di Sesta Godano ad Antessio, a pochi chilometri dallo zerasco, fino all’incendio avvenuto tra Santo Stefano e Sarzana il 21 agosto in prossimità dell’autostrada A12, con le conseguenti lunghe code automobilistiche. Una lista, quella riportata, che esclude le decine di roghi minori che hanno richiesto interventi limitati ma indicativi dell’ampiezza del fenomeno incendi, alimentato da pessime abitudini come la pericolosa consuetudine di incendiare a margine dei coltivi sterpi e residui di potature anche in piena stagione estiva o il distratto getto di mozziconi di sigaretta dai finestrini delle auto verso il bordo strada. Le protratte campagne di informazione portate avanti dalle associazioni agricole di categoria, dai Vigili del Fuoco e dalla Protezione Civile, oltre che i regolamenti (è attesa a giorni la proroga del divieto di accensione di fuochi nel consueto periodo 1 luglio – 31 agosto) e le sanzioni pecuniarie e penali inasprite nel corso degli anni, non sono riuscite a debellare queste fonti di rischio. A tutto ciò è necessario aggiungere il fattore dolo: le indagini mostrano come anche dalle nostre parti molti fuochi sono innescati di proposito. Le motivazioni del reato possono essere le più disparate, non escludendo quelle dirette a recare danni economici (i terreni percorsi dal fuoco perdono l’eventuale edificabilità per 10 anni) e riuscire a trovare i colpevoli in zone montuose ampie e isolate rimane compito difficile.

(Davide Tondani)