
Dalla Diocesi per l’inizio dell’anno pastorale
Quello che ormai è un sentito appuntamento per affidare alla Madonna delle Grazie di Montenero il nuovo anno pastorale diocesano si è ripetuto sabato scorso, 23 settembre, in risposta alla convocazione del vescovo, mons. Giovanni Santucci.
I numerosi fedeli presenti in uno dei luoghi di Livorno colpiti dal nubifragio del 9 di questo stesso mese, si sono riuniti nel parcheggio dei pullman per salire processionalmente, recitando il S. Rosario, fino al piazzale antistante il santuario, dove sono ancora in corso i lavori di ripristino del selciato. Alle 10, come da programma, è iniziata la celebrazione della S. Messa, sul sagrato della chiesa completamente occupato dai fedeli, presente un buon numero di sacerdoti concelebranti e di diaconi.
In apertura di omelia, mons. Santucci ha posto in primo piano il motivo del pellegrinaggio: “Siamo a Montenero per affidare alla materna protezione di Maria la nostra vita e la missione della nostra diocesi”. Quindi, per presentare alla Madonna una richiesta di grazia; ma prima di chiedere, ha ricordato il vescovo, dobbiamo ascoltare e meditare quanto viene detto nel vangelo dell’Annunciazione. L’angelo definisce Maria “piena di grazia” e la rassicura dicendole che “il Signore è con te!”. Subito dopo la stupisce con l’annuncio vero e proprio: “Dio vuole che tu sia la madre del suo Figlio, Gesù”. Maria esprime l’impossibilità di questo progetto – “non è possibile, non conosco uomo!” – ma viene corretta dall’angelo: “Niente è impossibile a Dio”. E allora: “Eccomi, sono la serva del Signore” e così il Figlio di Dio diventa uomo, diventa Gesù.
La nascita di Gesù rende unica Maria nella storia della salvezza per noi che la accogliamo come madre nostra, dono del Signore sulla croce. La preghiera a Maria, allora, diventa la via principale per andare incontro a Gesù, come lei, obbedienti alla parola di Dio.
“Veniamo a Montenero, ha proseguito il vescovo, rivolgendosi a Maria, per dirti il grazie della nostra devozione, per chiederti di intercedere dal tuo Figlio il dono della fede e della speranza: per noi, per le nostre comunità, per la nostra Chiesa”. Mons. Santucci ha quindi indicato nell’impegno in favore della famiglia il primo obiettivo per l’anno pastorale “perché la vita della famiglia diventi lo stile della vita delle parrocchie e della diocesi”. “La famiglia è scuola di vita, di dono di sé, di accoglienza, di servizio… è sorgente di relazioni, garanzia di futuro: senza la famiglia non c’è né società, né Chiesa”. Ha indicato Nazareth come “punto di riferimento del nostro cercare una dimensione amorosa della pastorale, dell’impegno, della missione della Chiesa e di ciascuno di noi”. “Ave Maria, piena di grazia”: “Noi non siamo santi, non siamo pieni di grazia come Maria, ma da Maria vogliamo imparare; per questo oggi siamo saliti al santuario”. “Ecco, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua Parola”: “Guardando a te, Maria, imitando te, anche noi non ci allontaneremo da questo luogo santo senza avere dato una risposta al Signore: Siamo i servi del Signore. / Signore, conta su di noi / perché ancora oggi / tu sia presente tra noi / come Salvatore”.
Al termine della celebrazione, clero e fedeli sono entrati in corteo nel santuario, dove, ai piedi dell’effige miracolosa, il vescovo – che in precedenza aveva ringraziato i presenti per la partecipazione – ha rinnovato l’impegno di devozione a Maria ed ha impartito la benedizione finale.
Antonio Ricci