
Secondo il rapporto Cnewa sono oltre 14,5 milioni i cristiani in Medio Oriente. In Egitto la comunità più numerosa
Diffuso nei giorni scorsi, il rapporto della Catholic Near East Welfare Association (Cnewa), agenzia fondata da papa Pio XI nel 1926 per il sostegno umanitario e pastorale dei poveri in Medio Oriente, in Africa nordorientale, India e Europa dell’Est, traccia i movimenti dei cristiani mediorientali alla luce degli stravolgimenti nella regione di questi ultimi anni, che “hanno frantumato le culture e i Paesi che costituiscono la culla stessa del cristianesimo, costringendo i fedeli di Gesù a emigrare all’estero o a vivere da sfollati nelle nazioni vicine”.
L’Iraq, devastato da guerre e scontri settari, è tra le nazioni dove si registra un evidente calo del numero dei cristiani: erano oltre 1 milione negli anni ’90 , a mala pena 300mila nel 2006. Nell’estate del 2014, con l’invasione da parte dello Stato Islamico della Piana di Ninive, i cristiani sfollati sono stati 140mila; 50mila hanno lasciato il Paese. Nella Siria distrutta dalla guerra civile, in 7 anni la popolazione cristiana si è dimezzata: da 2,2 milioni a 1,1 milione.
Centinaia di migliaia di cristiani hanno lasciato il Paese. Tuttavia, annota Cnewa, “le radici della Chiesa in Siria sono profonde e la speranza è che con l’agognata stabilità la popolazione cristiana sfollata possa tornare”.
L’Egitto è il Paese dove abita la più grande comunità cristiana mediorientale: 9,4 milioni di fedeli copti (10% della popolazione totale). Le agitazioni politiche ed economiche, unite ad atti di violenza di matrice islamica hanno distrutto ben 76 chiese in questi ultimi anni.
Dal 1910 ad oggi, la presenza dei cristiani è passata dal 20 al 10% della popolazione. In Israele oggi si contano 170mila cristiani, in larghissima maggioranza arabi israeliani, che corrispondono al 2,4% della popolazione. Nel 1948, anno di nascita di Israele, i cristiani raggiungevano il 20%. Accanto a fedeli melkiti, ortodossi, latini, armeni e maroniti si aggiungono immigrati dall’ex Unione Sovietica. “Alcuni osservatori – si legge nel rapporto – parlano di oltre 300.000, tra cui molti ortodossi”.
In Cisgiordania (West Bank) i cristiani sono 59mila (2,5%), nel 2010 erano 50mila; a Gaza, solo 1.300 su 2 milioni di abitanti; a Gerusalemme 15.800 su 870mila abitanti. La Giordania attualmente conta circa 350mila cristiani (2,2%); dal 2014 al 2017 il Regno Hashemita ha visto l’arrivo di oltre 30mila cristiani iracheni. Analoga situazione per il Libano dove nel 1932 la metà della popolazione era cristiana. Oggi la percentuale dei cristiani è intorno al 40%, circa 2 milioni, (2,6 milioni nel 2010).