Ancora un incendio alla Mauro Costa di Albiano Magra

L’impresa parla di intimidazione, il sindaco Valettini annuncia l’impegno a demoralizzare il sito

CUF_3265Con una tempistica inquietante, 364 giorni dopo l’incendio che ha decretato una lunga sospensione delle attività produttive e suscitato forti preoccupazioni per la salute pubblica, il sito di trattamento dei rifiuti della ditta Mauro Costa di Albiano Magra è stato nuovamente interessato da un incendio. Le fiamme si sono levate al cielo nel primo pomeriggio di sabato 29 luglio, tra i rifiuti stoccati all’esterno di uno dei capannoni. Il pronto intervento di una squadra di Vigili del Fuoco ha impedito che le fiamme si propagassero e ha circoscritto l’incendio, che non ha interessato i capannoni e che è stato limitato ad un’area ristretta. Un amaro risveglio per l’Amministrazione aullese, reduce solo 24 ore prima dall’inaugurazione del vicino ponte di Stadano e della nuova Scuola Primaria. Il sindaco Roberto Valettini, recatosi sul luogo dell’accaduto appena avuta notizia dell’incendio, con un comunicato ha cercato tranquillizzare la cittadinanza sui rischi per la salute pubblica, ma il giorno dopo, questa volta con una formale ordinanza, ha dovuto imporre in via cautelativa, in attesa delle analisi su aria e acqua che devono essere compiute da Arpat, il divieto di consumo di frutta e verdura degli orti e di acqua sorgiva nell’area albianese.

CUF_3221 Fin qui la cronaca di questo ennesimo capitolo della storia che coinvolge la ditta di trattamento dei rifiuti che tra proteste popolari, incendi e guerre legali opera da un ventennio nella frazione aullese sempre in forza di autorizzazioni provvisorie. Di maggiore interesse sono le reazioni all’accaduto. Due parole sono significative: intimidazione e delocalizzazione. La prima è contenuta in un comunicato della ditta Costa che parla di “un sistema opaco, che agisce sul nostro territorio come risulta evidente dai ripetuti episodi che hanno riguardato impianti in zone limitrofe”. Il riferimento è alla ditta di trattamento rifiuti Ferdeghini di Pian di Follo, andata a fuoco lo scorso aprile, ma senza troppi giri di parole la Mauro Costa punta il dito contro le troppe coincidenze che hanno determinato l’incendio “alla vigilia di una gara per noi molto importante”. Dichiarazioni certamente di parte, ma che richiamano alla mente i molti interessi della criminalità organizzata per i rifiuti, anche al Nord, come mostra la recente inchiesta, citata da una testata online della Lunigiana proprio attorno al caso albianese, che ha portato allo scioglimento per infiltrazione ndranghetiste del comune di Lavagna. Di delocalizzazione ha parlato invece il neosindaco a margine di un incontro – il secondo in breve tempo: sul tema “Costa” il sindaco aveva incontrato la popolazione in una assemblea pubblica solo pochi giorni prima – con una delegazione di albianesi il giorno dopo il rogo. Dopo avere affermato che l’Amministrazione integrerà con l’episodio dell’incendio il ricorso al TAR contro la sospensiva che la magistratura amministrativa ha emesso nei confronti dell’ordinanza con la quale alcuni mesi fa il dirigente comunale aveva tentato di bloccare le attività di trattamento rifiuti, il primo cittadino aullese ha dichiarato che, con l’ausilio della Regione Toscana “è iniziato il percorso che condurrà alla delocalizzazione della Mauro Costa fuori dal comune di Aulla e dalla Lunigiana, ovviamente in piena sintonia con la proprietà dell’impresa”. La ventennale guerra legale tra comitati ambientalisti, amministrazioni pubbliche e impresa prosegue, dunque. Ma con la novità politica della delocalizzazione, promessa da molti candidati a sindaco nel corso della recente campagna elettorale: tocca ora a Valettini gestire nella maniera migliore per tutti (residenti e lavoratori in primo luogo) la sempre più scottante e opaca saga della ditta Costa. (Davide Tondani) (foto Massimo Pasquali)