
Ancora forti contrasti in Senato nella discussione della legge. Se ne discute da lungo tempo. Il 13 ottobre 2015 è stata approvata alla Camera ma ci sono voluti quasi due anni per l’arrivo in Senato. Sono 800.000 i bambini e gli adolescenti con i requisiti richiesti
Lo spettacolo offerto dalla gazzarra scatenatasi nei giorni scorsi in Parlamento durante la presentazione della legge conosciuta come “ius soli” porta a pensare che il decorso della discussione nei prossimi giorni sarà tutt’altro che tranquillo. I motivi sono un po’ quelli soliti. È sufficiente considerare che la Lega ha presentato 80.000 (!) emendamenti e che la Meloni, in caso di approvazione della legge, inizierà subito la raccolta di firme per un referendum abrogativo. Il dibattito è surriscaldato anche dalla contingenza elettorale in vista dei ballottaggi.
Tutti cercano di marcare il territorio e di dimostrare in qualche modo la propria diversità. I primi sono stati i 5 stelle. Dopo la batosta elettorale non hanno esitato un minuto a rincorrere la strada della Lega. Sono anni che la legge viene discussa: il 13 ottobre del 2015 è stata approvata alla Camera ma ci sono voluti quasi due anni perché essa potesse accedere alla discussione in Senato. E poiché l’ostruzionismo in Commissione è stato totale, la legge non ha più un relatore. Tutto si consumerà in aula e le difficoltà per l’approvazione non saranno poche.
Il clima è quello descritto dal segretario della Cei, mons. Galantino, che con schiettezza non risparmia critiche e diventa bersaglio soprattutto degli strali della Lega. “C’è preoccupazione nella Chiesa per il modo con cui si sta affrontando il tema dello ius soli: non mi sembra siano il modo migliore quelle gazzarre ignobili che hanno caratterizzato l’aula in Senato… un’indagine demoscopica dimostra che tre italiani su quattro sono favorevoli alla cittadinanza a chi è nato in Italia. È chiaro che questo faccia venire l’orticaria a coloro che hanno impostato tutta la loro politica e il loro consenso sul contrario… quello che preoccupa è che partiti o formazioni politiche (M5S) che hanno sempre lavorato diversamente ora stiano temendo di perdere voti… inseguire qualcun altro solo per rincorrere il successo vuol dire non fare politica, ma fare soltanto il proprio interesse”. E invita a discutere sul testo e guardare al merito della questione. Intanto il diritto di cittadinanza per i bambini stranieri nati in Italia non si applica in maniera automatica, non ci sarà nessun automatismo generalizzato. Acquista la cittadinanza chi è nato nel territorio italiano da genitori stranieri dei quali almeno uno sia in possesso del permesso di soggiorno permanente (per gli immigrati comunitari) o del permesso di soggiorno per lungo periodo nel caso di extracomunitari. Quindi devono risiedere da almeno cinque anni, ma devono avere anche altri tre requisiti: reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale, alloggi idonei a termine di legge, superamento di un test di conoscenza della lingua italiana.
Ai minori stranieri nati in Italia o entrati entro il dodicesimo anno di età viene riconosciuto il diritto di cittadinanza qualora frequentino regolarmente un percorso formativo di almeno cinque anni presso istituti appartenenti al sistema nazionale oppure con corsi di istruzione professionale, risultino idonei al conseguimento di una qualifica.
Sono circa 800.000 bambini e adolescenti già in possesso dei requisiti richiesti. È un atto di civiltà. Si tratta di considerare italiani ragazzi nati nel nostro Paese, che frequentano regolarmente le nostre scuole, che parlano italiano con le inflessioni dei nostri dialetti, che giocano insieme agli “italiani”, che tifano per le nostre squadre di calcio… Accoglierli e non ghettizzarli è giusto.
Giovanni Barbieri