
La Danimarca approva un piano di intervento

Secondo cifre dell’Organizzazione mondiale della sanità (dati 2016), in Europa vivono 6,4 milioni di persone affette da demenza: circa due milioni in più rispetto al 2000; nel mondo sono quasi 47,5 milioni e saranno, secondo le previsioni, 75,6 milioni nel 2030. Il 60% circa sono malati di Alzheimer; nel 91% dei casi sono persone over 65. I due terzi dei malati sono donne, anche, ma non solo, in relazione al fatto che le donne sono più longeve. Non stupisce, quindi, che la demenza sia considerata una priorità mondiale di salute pubblica, secondo quanto definito dal rapporto Oms del 2012.
Il G8 dei ministri della salute del dicembre 2013, incentrato sulla demenza, ha lanciato l’appello a sostenere la ricerca per la cura di queste patologie. Il rapido invecchiamento della società europea rende lo scenario drammatico dal punto di vista sociale e dei costi della malattia, tant’è che il Parlamento europeo ha chiesto nel 2011 che la demenza diventi una priorità sanitaria per gli Stati membri, invitati a sviluppare specifici programmi nazionali e a rendere accessibili fondi per la ricerca.
Sono 17 i Paesi dell’Ue che ad oggi hanno approvato “strategie nazionali”, l’ultima, in ordine di tempo è la Danimarca. La preparazione del documento è avvenuta attraverso “una consultazione molto ampia, coinvolgente e interessante”, in cui sono stati ascoltati i pareri di stakeholders, organizzazioni mediche e della società civile, scienziati, sindacati e, soprattutto, persone affette dalla malattia.
L’Associazione danese per l’Alzheimer, diretta da Nis Peter Nissen, ha organizzato tre incontri con i malati, accompagnati da chi li assiste, “per sentire da loro quali sono i problemi che vivono e i bisogni”. Gli obiettivi principali del programma sono tre: la Danimarca deve diventare una società dove le persone affette da questa patologia possono vivere una vita sicura e serena; i trattamenti e le cure devono essere centrate sulla persona e devono essere offerti in un programma di lungo periodo basato sulle conoscenze scientifiche più aggiornate; i familiari devono essere coinvolti e avere sostegno adeguato nel loro impegno di cura. Purtroppo, dice Nissen, “il programma danese ha destinato poco denaro per la ricerca, e questo è un altro punto su cui stiamo insistendo adesso”.
La demenza è una patologia molto costosa e il problema è destinato a crescere: se non si trova una cura, sarà come una bomba che farà saltare in aria i sistemi sanitari di tutti i Paesi europei”. (S.N. – Agensir)