

In Calabria, il cuore dell’Aspromonte, per una mattinata, ha pulsato con più vitalità. Merito di quanti hanno voluto – con coraggio e orgoglio – celebrare una “semplice” inaugurazione di un campetto sportivo a San Luca: sul manto erboso la Nazionale italiana cantanti e la rappresentativa dei magistrati. L’unica soluzione “è fare squadra”, ha detto il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, rivolgendosi agli studenti dell’Istituto Comprensivo “San Luca-Bovalino”: “Abbiamo puntato sull’assetto giudiziario della repressione e non ci siamo accorti che c’era un problema culturale”, ha ammesso.
Ad affiancare lo Stato, una “Chiesa in trincea” – come ha affermato monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri -, che ha spiegato come le parrocchie rappresentino il primo avamposto in cui cogliere i problemi e dare risposte”. E se i sacerdoti sono le sentinelle del territorio, tutti i vescovi – con la presenza del segretario della Cei – indicano nelle fragilità delle istituzioni uno dei mali da estirpare: “Dobbiamo lavorare molto contro chi corrompe il cuore, l’intelligenza e la volontà, ha detto mons. Galantino, cercando di dare per favore ciò che spetta per diritto”. Gli ha fatto eco il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Maria Elena Boschi: “Lo Stato e le istituzioni ci sono, qui e ovunque. Non ci sono territori in cui lo Stato rinuncia ad esserci e a combattere una battaglia di legalità contro la ‘ndrangheta”.
“Basta vittimismo”, ha tuonato Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, che nella Locride è nato, “spesso dite che ‘lo Stato viene qui e fa la passerella’. Questa volta vi lascia un dono importante: un campo di calcio dove può tranquillamente giocare una squadra di serie C. Ora vediamo nei mesi e negli anni come sarete bravi a tenere pulito, ordinato, e non vandalizzato questo dono, poi possiamo andare di nuovo a Roma a chiedere altri doni, altre opere pubbliche importanti. Ma finiamola di fare vittimismo”.
F.M. – Agensir