Con Navalny le piazze russe si riempiono di contestatori di Putin

Le manifestazioni che hanno portato all’arresto del blogger

Alexey_NavalnyAlexey Navalny in questi giorni è in prima pagina sui media del mondo per aver organizzato a Mosca e in altre 99 città della immensa Federazione Russa cortei di protesta, quasi tutti non autorizzati, contro la corruzione che prospera sotto la “democratura” di Putin, un neologismo che vuol definire il controsenso di “dittatura democratica”.
Il 26 marzo c’erano nelle piazze tanti giovani, operai e studenti, gridavano con toni pacati “la Russia siamo noi” ed è segnale di un nuovo clima.
Quando anche una piccola percentuale di cittadini contesta rimane accesa la fiammella della libertà contro i cosiddetti consensi bulgari, si accende la speranza di ripristinare un vero spazio di espressione di libero pensiero.
Navalny denuncia la corruzione e la dimostra usando l’espediente di acquistare piccole quote azionarie di società dello Stato per poter così accedere a documenti altrimenti inaccessibili. Vladimir Putin ha forti consensi dai ricchissimi “boiardi “ perché governa un paese ricco di materie energetiche da cui l’Europa largamente dipende, quasi del tutto l’Italia, può “forzare” e non “dependere” direbbe quel “mariolo ma profondo” Macchiavelli (il fiorentino così giudicato dal manzoniano Don Ferrante). Ha ordinato massicci arresti, intorno al migliaio, condannati dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti. Dimostrano che il Cremlino teme la piazza e si ritiene che Putin abbia paura di una “rivoluzione colorata” come quella ucraina e sospetta che dietro ci siano gli Usa e anche il rafforzamento della Nato ai confini.
Navalny da domenica 26 marzo è di nuovo in carcere per 15 giorni e sottoposto ad alta multa, ma non desisterà dal contrastare lo “zar” e di presentarsi candidato alle elezioni presidenziali del 2018, deve superare gli ostracismi che il governo gli procura con denunce a ripetizione, riconosciute non eque dalla Corte Internazionale di Strasburgo. Era stato così anche per la candidatura a sindaco di Mosca nel 2013 quando ottenne quasi il 30% di voti.

 

Chi è l’oppositore di Putin

Alexey Navalny, nato nel 1976 a Butyn, è uno dei più attivi oppositori del presidente russo Putin, contrasta, servendosi degli strumenti informatici e dei rilievi coi droni, la corruzione diffusa fra i poteri forti, l’impero economico del premier Dimitry Medvedev padrone di tante proprietà immobiliari anche in Toscana.
Avvocato con specializzazione in finanza del governo russo, prima militante del partito liberale, ora è un blogger che denuncia la diseguaglianza sociale. Segretario del Partito del Congresso e capo della Coalizione Democratica, è legato ai seguaci di Boris Nemcov vittima di assassinio politico nel 2015.