Con gli Amici del Campanone a Milano in visita alla Galleria d’Arte Moderna

Le novità figurative dell’arte dell’Otto e Novecento interpretano la modernità nel divenire storico e concettuale

villa reale milanoVilla Reale è sede della Galleria D’Arte Moderna di Milano, è un capolavoro di architettura neoclassica, costruito dai Belgioioso, fu dimora del figliastro di Napoleone Eugenio Beauharrnais, poi del governo austriaco, diventò proprietà dello Stato che la passò al Comune.
Bello il contenitore e splendido il contenuto di pitture e sculture, col valore aggiunto, per gli Amici del Campanone in visita il 5 febbraio, di avere avuto la guida della storica dell’arte della Soprintendenza e collaboratrice di Brera e del Guggenheim Alessandra Montalbetti, eccellente nella preparazione culturale e nell’entusiasmo per il suo lavoro, capace di rendere chiaro il linguaggio delle opere “concettuali”, astratte e informali che spesso lasciano perplesso l’osservatore “profano”.
Un esempio: nell’ingresso una vecchia carrozza impacchettata di Christò, autore dell’evento della passerella sul lago d’Iseo: i vecchi arnesi del passato chiudono un tempo mentre si aprono prospettive nuove. La modernità otto-novecentesca è radicale, tutto è cambiato: dalle elaborazioni del pensiero alla società, dalle tecniche ai luoghi dell’arte. Ebe di Antonio Canova di classica compostezza o Venere con una rete minutamente scolpita di Pompeo Marchesi esprimono un bello ideale che cede il passo al realismo di Hayez, autore del Ritratto di Alessandro Manzoni; ai contorni sfumati di volti di donne dei pittori della Scapigliatura Lombarda; ai dettagli della vita quotidiana dei poveri, soggetto preferito dai “garibaldini” come i fratelli Induno impegnati nelle battaglie risorgimentali; ai Macchiaioli che narrano le retrovie della guerra coi carri ambulanza. Gli Impressionisti fanno una pittura di luce e ombre colorate realizzata “en plein air” fuori dal chiuso di una stanza.
Il divisionista Giovanni Segantini ne Le due madri incide sul colore minute scomposizioni e stupisce i benpensanti col mettere in maggiore evidenza una mucca madre rispetto a una donna madre. Angelo Morbelli coglie la condizione del vecchio, la cui esperienza agricola o artigianale non è più funzionale nella società industriale, dipinge Orfani che portano fiori sulla tomba della madre, Bambina malata. Medardo Rosso plasma la cera, che luminosa e duttile coglie l’intimità degli affetti tra madre e figlio oppure il sorriso di un bambino.
Il Novecento secolo tragico può esprimersi nelle sue angosce e misfatti solo in forme simboliche quali una Cascata di rosso a strati materici per “urlare” alla Munch i massacri dei nazisti nel ghetto di Varsavia.
(m.l.s.)