
Centrafrica: un gesto di solidarietà con i fondi 8xmille della Cei

L’arcidiocesi di Bangui, in Repubblica Centrafricana, ha deciso di realizzare un Centro di cura psicosociale e di igiene mentale, rivolto soprattutto agli adolescenti e ai bambini, che sarà costruito grazie ai fondi dell’8xmille. Il Centro figura nella lista dei progetti approvati dal Comitato Cei per gli interventi caritativi a favore del terzo mondo nell’ultima riunione che si è tenuta a Roma lo scorso gennaio. Un totale di 119 progetti, per i quali saranno stanziati più di 18 milioni di euro.
Per diversi decenni il Centrafrica ha vissuto un susseguirsi di conflitti militari e politici che hanno causato perdite di vite umane, distruzioni, violenze sessuali sulle donne, bambini arruolati: una situazione che non è ancora del tutto superata. Secondo Save the children, più del 60% dei bambini di età scolare in quel Paese soffre di disordini post-traumatici, avendo vissuto in prima persona esperienze di violenza estrema.
Fr. Thophile Luenge, il responsabile del progetto, spiega che “in caso di conflitti, il trauma è determinato da diverse ragioni: aver sentito per un periodo prolungato nel tempo la detonazione di armi; visto direttamente casi di torture, la morte di un parente o di un vicino, rapimenti, case incendiate, casi di violenze sessuali; aver subito sulla propria pelle ferite e traumi fisici, essere stati obbligati a migrare in campi profughi, aver utilizzato armi, essere divenuti dei criminali”.
L’accompagnamento post-traumatico, la cura e la guarigione sono possibili ma devono essere affidati a persone competenti e altamente professionali. Per questo, l’arcivescovo di Bangui, il cardinale Dieudonné Nzapalainga, ha scelto la Congregazione dei Fratelli della Carità che con Fracarita, ha sviluppato nel campo della cura mentale una lunga esperienza aprendo centri in tutto il mondo; in Africa hanno centri in Congo, Ruanda e Repubblica Centrafricana.
Il Centro sarà costruito nella sotto-prefettura di Bimbo, a 9 chilometri dalla capitale e a circa 100 metri dalla parrocchia Sant’Antonio da Padova. Sarà la prima struttura di questo genere in tutto il Paese e si rivolgerà, in particolare, agli adolescenti e ai bambini. Vi lavoreranno stabilmente 14 persone e 15 volontari offrendo servizi di cura ambulatoriale, incontri di sensibilizzazione, visite a domicilio, sedute di psico-educazione e terapie.
Il progetto è fortemente sostenuto dall’arcivescovo: “Nel corso di questi anni, dice, i bambini hanno visto e subito sofferenze enormi, che hanno lasciato in loro traumi profondi. Per questo abbiamo pensato che davanti a questa situazione dovevamo ridonare una speranza a questi bimbi. La speranza di poter guarire; la speranza di poter studiare ed essere educati soprattutto alla pace e alla non violenza. Solo così, solo a partire dai bambini, possiamo ridonare al nostro Paese un futuro possibile”.
Agensir