
Georges Duby e Michelle Perrot, maestri della storiografia, presentando la Storia delle donne, da loro diretta e stesa da cinque ricercatrici in cinque volumi editi da Laterza nel 1994, osservano che a lungo fu considerato sconveniente scrivere la storia delle donne.
Invece la storia “è piena di donne e tutta frusciante dei loro sussurri”. Infinita è la moltitudine di eroine del quotidiano che non compaiono sui libri che conservano la fama solo di alcune per speciali situazioni.

A grandi linee nel lungo Medioevo ricordiamo Teodora che da ballerina divenne imperatrice e collaborò col marito Giustiniano per ridare grandezza all’impero romano, creare un clima di convivenza tra ortodossi e monofisiti, tra aristocratici e borghesi. È celebrata nei mosaici di San Vitale a Ravenna. Morì nel 548.
Brilla di fama Ermengarda, figlia del re longobardo Desiderio, ripudiata da Carlo Magno per provocarlo alla guerra e sconfiggerlo. Manzoni canta la passione d’amore che la porta alla morte, collocata da “provida sventura” fra gli oppressi.
Donna piena di fervore mistico e ricca di sapere scientifico fu Ildegarda di Bingen, morta nel 1179, si occupò di varie discipline di studio, in particolare medicina e storia naturale, si disse attraversata dalla verità di Dio e divenne “focolaio di vera cultura” con acute riflessioni sulla condizione della donna. Fino al XII secolo le donne comuni potevano trovare ruolo nella società solo come mistiche, badesse o nell’istituzione assistenziale delle beghine.

Chi la pagò cara per avere credito come filosofa fu Eloisa: si innamorò del suo maestro Abelardo che la corrispose in amore e ammirò la sua intelligenza: fu una passione confidata in bellissime lettere ma che suscitò scandalo: lei fu costretta a farsi monaca e lui fu evirato e si ritirò dall’insegnamento.
Poi le sante: Chiara d’Assisi fondatrice delle Clarisse del II Ordine francescano con regola dell’assoluta povertà; Caterina da Siena, mistica e dedita a intensa attività caritativa e pacificatrice, riuscì a riportare a Roma il papa da Avignone nel 1377, è patrona d’Italia.
Nell’autunno del Medioevo incontriamo Giovanna d’Arco, catturata e arsa viva nel 1431 a 19 anni dopo un processo politico accusata di eresia; sarà santa nel Novecento. Durante la guerra dei Cento anni, con gli inglesi alleati dei Borgognoni e impadronitisi della corona francese, aveva spinto Carlo VII a farsi incoronare re di Francia e, sconfitti gli inglesi a Orléans, aveva sollevato le folle con motivazioni mistiche, carisma ed entusiasmo.
m.l.s.