
Editi dal Centro Aullese di studi e ricerche lunigienesi e dal Comune.
Il libro contiene anche i testi degli Statuti di Villaffranca, Lusuolo, Tresana e Monti
Gli antichi statuti delle nostre comunità sono una fonte preziosa per ricostruire la vita sociale, economica e amministrativa così come si è articolata fino all’arrivo delle legislazioni nazionali, a partire dalla rivoluzione napoleonica, che ha introdotto una legislazione comune centralizzata: così, dopo secoli, il regime legale di una comunità locale è scomparso in entità più vaste. Il professor Sergio Di Noto Marrella dell’Università di Parma, presentando il volume curato da Paolo Lapi, ha messo in evidenza come attraverso la lettura e la comparazione tra la miriade di statuti locali sarebbe possibile scrivere una storia d’Italia di grande interesse non solo sotto l’aspetto giuridico. Non è che le comunità si copiassero, come si è talvolta creduto, l’un l’altra gli statuti: vi erano professionisti (gli statutari) che tenevano conto delle realtà locali, ma avevano una comune cultura e sensibilità giuridica. Da sfatare è anche il mito del potere assoluto dei vari marchesi locali che, in ogni caso dovevano fare i conti con i rappresentanti della comunità e, a questo proposito, è stato messo in luce come ad Aulla vi fosse un podestà fisso, certamente un privilegio, ma forse necessario visto che questa strategica lingua di terra fu terreno di incontro, ma più spesso di scontro, tra i burgenses, il Vescovo, i Malaspina, l’ Abate. Il Centro aullese di studi e ricerche lunigianesi “Giulivo Ricci”, come ha ricordato il presidente del Centro Aullese Giuliano Adorni, con questa pubblicazione ha ripreso l’edizione di fonti documentarie, avviata con la redazione dell’inventario dell’Archivio Notarile e poi con la pubblicazione, in collaborazione con il Comune di Aulla, del regesto dei primi tre volumi di protocolli del notaio quattrocentesco Baldassarre Nobili. Con il volume degli Statuti di Aulla dell’epoca dei Malaspina e di quelli del governo dei Centurione, per la prima volta sono stati pubblicati anche i testi degli Statuti di Lusuolo e di Tresana, di Monti e Villafranca. Il volume degli Statuti, in elegante veste grafica e sapientemente curato dallo storico Paolo Lapi, è stato presentato sabato pomeriggio nella sala consiliare del Comune, in una data significativa perché collocata tra l’atto di fondazione dell’abbazia del 27 maggio 884 e il primo giugno, solennità di san Caprasio , indicato come patrono del Popolo dell’Aulla già nel xv secolo. Dopo l’introduzione del presidente del Centro Aullese Giuliano Adorni, il sindaco Silvia Magnani portando il saluto dell’Amministrazione ha ricordato quanto sia preziosa la collaborazione con il Centro, collaborazione che ha visto, tra l’altro, un importante comune intervento per il restauro di una pregiata statua della chiesa di Bibola. Nel corso del pomeriggio di sabato, presenti anche i sindaci di Licciana Nardi e Mulazzo e rappresentanti del comune di Villafranca, agli interventi approfonditi, ma anche efficacemente chiari del prof. Sergio Di Noto Marrella dell’Università di Parma e di Paolo Lapi, che ha dedicato il lavoro agli aullesi ed al ricordo delle persone scomparse nell’alluvione del 2011, ha fatto seguito in chiusura una testimonianza dello storico Roberto Ricci.
Riccardo Boggi