
Era atteso con ansia il pronunciamento della Corte Costituzionale in merito alla Legge regionale che rendeva pubbliche tutte le cave, ora in gran parte di proprietà privata. La recente sentenza ha bocciato la Regione, sollevando un coro di proteste, ma non segnando la resa degli sconfitti, animati, anzi, dalla volontà di continuare la battaglia legale. Pur essendo le proprietà certificate da regolari contratti, anche antichi, che vanno a costituire i cosiddetti “beni estimati”, i “ beni del demanio non possono essere acquisiti definitivamente, né con atti legali né tramite usucapione”. È questo il punto di forza degli oppositori della sentenza, di cui ritengono che la Corte non abbia tenuto conto, non considerando, inoltre, il fatto che alcuni traggano benefici e privilegi da beni che appartengono o dovrebbero appartenere alla collettività. Chiedono, pertanto, che Regione e Comuni presentino ricorso e ai Comuni di calcolare i tributi sul valore effettivo della qualità e della quantità del marmo scavato, previo un rigoroso controllo su tutti i parametri di valutazione, anche per quanto riguarda le autorizzazioni alle escavazioni. Sul problema, oltre alla politica, è intervenuto anche l’ambientalismo, che parla di sentenze sempre favorevoli ai potenti. L’Associazione Gruppo di Intervento Giuridico va oltre la protesta e, con un esposto alla Procura della Repubblica, denuncia lo scarico di detriti nei ravaneti da parte degli operatori di una cava del Comune di Fivizzano, di proprietà della Comunione dei Beni Sociali di Vinca. Si tratta di una cava al centro di un annoso contenzioso, che verrà a conclusione il 24 novembre prossimo, quando il Consiglio di Stato si pronuncerà definitivamente in merito al blocco o meno delle lavorazioni. Le problematiche, ci pare, si fanno sempre più complesse, a dimostrazione ulteriore che non è facile la conciliazione del rispetto dell’ambiente con le ragioni di chi – e non sono pochi – dalle cave trae, da secoli, i mezzi per il proprio sostentamento. Un giusto equilibrio, però, deve essere perseguito: una vittoria schiacciante degli uni o degli altri lascerebbe troppe vittime sul campo.
(Andreino Fabiani)