
L’avanguardia nelle opere e nelle collezioni di Guglielmo Achille Cavellini.
L’iniziativa promossa a Pontremoli è l’occasione per una riflessione su un’attività che dura per otto lustri dai primi anni del secondo dopoguerra
Dichiarare che l’arte moderna inizia con l’invenzione della fotografia non è azzardato. Questo mezzo rivoluzionario ha permesso agli artisti, per la prima volta, una visione in bianco e nero del mondo. Ha permesso ai pittori di iniziare una lentissima deformazione dell’immagine e perfino l’astrazione del colore. La pittura non sarebbe mai più stata la stessa. Inizia la I Guerra mondiale e un gruppo di uomini geniali si trova nella neutrale Svizzera per scrivere un documento che cambierà il mondo dell’arte per sempre. Questo manifesto si chiamerà DADA, la sua mente illuminata è Tristan Zara, è l’anno 1916. Il Dadaismo, cioè l’arte che distrugge l’arte, nasce con l’intenzione di fermare la rivoluzione culturale e sociale ridicolizzando l’arte: un sacrilegio. Ovviamente, se esiste un movimento culturale si cerca il suo contrario e così nel 1925 André Breton crea il Surrealismo, il contrario di Dada; l’uomo ritrovato, con al centro il suo intimo, i suoi sogni e l’inconscio. Si dipinge di nuovo! Poi, nel 1937, Pablo Picasso cambia tutto di nuovo dipingendo un quadro che sconvolge il mondo: “Guernica”. Tutto si ferma per la seconda grande guerra mondiale, ma da quel momento i pittori dovranno reinventare la pittura. Nel dopoguerra l’asse artistica si trasferisce negli Stati Uniti. Gli artisti americani considerano “Guernica” la fine dell’arte pittorica che racconta. Creano così “Art for Art’s Sake” e così nasce l“Abstract Espressionismo”. Nascono dipinti senza soggetto, senza fonte di luce o con uno spazio definito, vengono creati quadri splendidi con colori splendenti, si usano spugne, le mani e si sgocciola la pittura sulla tela. È a questo punto che si inserisce GAC (Guglielmo Achille Cavellini), recentemente ricordato a Pontremoli. Finita la guerra, si innamora dei quadri di Emilio Vedova, firmatario del Manifesto “Oltre Guernica” e creatore della “Nuova Secessione”. GAC ricomincia a disegnare e dipingere ma subito dopo smette. Altri cercano nuovi mezzi di esprimersi. Renato Guttuso e Renato Birolli formano “Il Corrente”. Milano diventa capitale dell’arte dove Lucio Fontana nel 1950 inventa il Movimento Spazialista. In questo nuovo contesto artistico Cavellini si trova a suo agio ed inizia la sua collezione comprando centinaia di opere, concentrandosi sul movimento astratto informale di Afro Balsaldella e Giuseppe Santomaso. Attento a quello che succede in altri paesi, acquista e compra ancora e negli anni Sessanta inizia la sua grande avventura come artista, avvolge i quadri bruciati in casse di legno che vengono intitolati “Carboni” e vengono esposti presso la Galleria Apollinare a Milano. Nel frattempo, con il Neo Dada il mondo artistico e il mondo visivo esplodono. Nascono movimenti, sotto movimenti e gruppi che spingono l’arte in mille direzioni: Marcel Duchamp, Robert Rauschenberg e Andy Warhol sono esempi di artisti che si spogliano della provocazione anarchica di Dada. Nascono la Mail Art e la Land Art di Walter De Maria, un gruppo che protesta contro la cementificazione e la distruzione della natura. L’arte Concettuale ha la pretesa di riformare il mondo dell’arte visiva, svincolando l’artista dal concetto estetico. Cavellini si trova a suo agio in questo mondo in movimento. Prende da tutti e aggiunge di più, spingendo la sua creatività oltre i limiti dell’assurdo. Negli 1984 si avvicina a Fluxus di John Cage e George Maciunas, un gruppo di artisti, musicisti ed architetti che propongono nuove forme espressive che operano nel “flusso” della vita quotidiana. Le sue mostre si moltiplicano, ma il suo vero capolavoro rimane la creazione di design per francobolli e sedici manifesti per le esposizioni delle sue opere nel centenario della morte: così crea l’Autostoricizzazione. Sono convinto che nell’arco della sua vita Guglielmo Achille Cavellini abbia guadagnato, con valore, il suo posto fra tutti i grandi dell’avanguardia artistica. Diamo merito alla prof.ssa Caterina Zani che ha fortemente voluto onorarne la memoria nella sua città e che farà, con Pontremoli in Arte, tutto il possibile per presentare una sua mostra retrospettiva a Pontremoli nel prossimo futuro. Ce lo auguriamo!
Leo Forte